Lo strano destino dei fumetti italiani per ragazze

-che fine hanno fatto questi titoli?-

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    Scusate se il titolo della discussione lascia un po' a desiderare ma mi erano tornati in mente un paio di titoli e volevo vedere se qualcuno se li ricordava o li aveva letti. Stiamo parlando di una decina di anni fa e non avendo dati precisi sottomano non sono neanche sicura di riuscire a farmi capire troppo bene.

    Lys: questo era un fumetto meraviglioso ambientato nel futuro che parlava di una ragazza che amava gli animali e poteva addirittura trasformarcisi grazie a un ciondolo magico. La storia era originale e mi piaceva moltissimo e anche il magazine in sé era pieno di rubriche simpatiche, creative, attente alla natura... sono usciti otto numeri e poi è sparito. Per una volta che c'era qualcosa di bellino in giro.

    Mad Sonja: uscito attorno al 2008, parlava di un'adolescente, Sonja, perseguitata da strani sogni. Io ricordo che aveva un tratto estremamente originale, delle illustrazioni bellissime... ma la storia era molto confusa e non si capiva molto bene dove volesse andare a parare. Anche questo è stato interrotto senza nessuna spiegazione proprio quando sembrava stesse iniziando a succedere qualcosa.

    Blue Moon: questo è il più vecchio dei quattro e credo fosse nato sulle pagine di Japan Magazine... era la storia di quattro ragazzine con poteri magici -lo ammetto, anche questo ricordava parecchio WITCH- disegnata in maniera FAVOLOSA e con degli spunti veramente carini.

    Life: quest'ultimo, recentissimo, parlava di tre ragazze che un giorno creano per gioco il profilo del ragazzo perfetto... e inaspettatamente lo fanno comparire davvero! Potreste aver letto il nostro topic QUI e allora saprete anche che si interruppe dopo una manciata di numeri...

    Alla luce di tutto questo mi chiedo... come mai è così difficile pubblicare un fumetto per ragazze in questo Paese? Potremmo aggiungere alla lista anche Angel Friends, che pur avendo un bel successo come cartone animato venne anche lui interrotto al dodicesimo numero... (a proposito, spulciando in giro ho scoperto che ne volevano fare un adattamento live action, nel 2016!) e sono certa che ce ne siano altri di cui non ricordo il titolo.

    Edited by i k u - 1/2/2023, 08:48
     
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    Di tutti quelli che hai citato conosco solo WITCH, che come sappiamo era meraviglioso e molto seguito finché non ha smesso di investire sulle storie e si è dato alle frivolezze, dandosi la zappa sui piedi. Che sembra un'osservazione estemporanea, invece fa parte integrante del problema. Andiamo con ordine.
    Il fumetto da edicola di per sé non sta vivendo un buon momento: gli adulti leggono Bonelli, Topolino boccheggia a cavallo tra le generazioni, i ragazzi leggono pochi fumetti perché manca la cultura relativa. Questo è il quadro generale, e non stupisce quando abbiamo al governo personaggi che usano il termine "fumetto" in modo dispregiativo.
    A questo si aggiunge una concezione maschilista: i fumetti sono roba da maschi, e comunque alle femmine al massimo interessano le storie d'amore, mica le avventure. E se proprio facciamo un fumetto per femmine, la metà delle pagine va dedicato al gossip e alla moda (vedi WITCH).
    Sicuramente nei cassetti degli autori ci sono un sacco di progetti per fumetti pieni di girl power, sono pronta a scommetterci. Ma l'editore non vuole investirci, perché teme di non ricavare abbastanza. Un prodotto editoriale ha bisogno di lettori per sostenersi: se a monte non formiamo bambine e ragazze che amino i fumetti (che non li vedano come qualcosa che non le riguarda) e non proponiamo storie di ragazze empowered, se fin da piccole è tutto solo trucco, cotte e frivolezze, come possiamo poi aspettarci che li leggano?
    Perché ricordiamoci sempre: da sempre le femmine leggono anche storie di maschi (o scritte da maschi), ma se la protagonista è femmina (o la storia l'ha scritta una femmina) il maschio non la legge. Quindi il mercato potenziale si dimezza d'ufficio e l'investimento diventa più difficile sin dalla presentazione del progetto.
    Il problema quindi è duplice: di mercato in generale, ma anche di genere. E la risposta che cerchi, stringi stringi, è solo una: maschilismo.
     
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    Grazie di essere intervenuta, Re Bi, mi interessa il parere di menti come la tua.

    Una cosa che però mi incuriosisce, a questo punto, è il ruolo dei manga nel quadro generale. Io mi ero fatta l'idea che, con il boom del fumetto giapponese anche in Italia, in qualche modo la bilancia si fosse riequilibrata tra lettori e lettrici, o comunque si fosse in qualche modo stabilito che anche le femmine leggono, e non solo fumetti romantici.
     
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    Cosa intendi per boom dei manga? E' una cosa recente, già passata, vecchia ma ancora in corso?
    Soprattutto, qual è il target che li legge? Perché se è gente della tua età, o comunque giovani adulti, se sono i nerd o gli otaku tra i venti e i trent'anni, non è la stessa cosa. In base agli esempi che hai fatto, io ho sottinteso che per fumetti per ragazze tu intendessi la fascia dell'adolescenza. Che è proprio dove il prodotto manca.
    La cosa assurda è che siamo tornati indietro, perché appunto le storie le avevamo, il pubblico c'era, ma c'è stata un'involuzione culturale agghiacciante. A un certo punto si è smesso di investire e si è andati dove tirava il vento, perché faceva comodo. In questo l'editoria (anche di libri) degli ultimi quindici anni ha fallito in modo eclatante, e oggi ne subiamo le conseguenze.
     
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    CITAZIONE (Re-Bi @ 28/3/2019, 10:05) 
    La cosa assurda è che siamo tornati indietro, perché appunto le storie le avevamo, il pubblico c'era, ma c'è stata un'involuzione culturale agghiacciante. A un certo punto si è smesso di investire e si è andati dove tirava il vento, perché faceva comodo. In questo l'editoria (anche di libri) degli ultimi quindici anni ha fallito in modo eclatante, e oggi ne subiamo le conseguenze.

    Quando leggo queste cose mi sale la bile.

    Io parlavo, lo ammetto, un po' a pelle, per quello che vedevo nella mia fumetteria in quantità di fumetti e quello che leggo online, anche su questo forum... ma sì, io mi riferivo ad un pubblico sotto la ventina. Io mi ricordo che quando ero alle medie il numero di fumetti iniziava ad aumentare, e ne vedo sempre di più quando torno in Italia... certo, non posso essere certissima per quanto riguarda il target ma l'impressione è quella.
     
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  6. Azrael~
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    Secondo me non si tratta tanto di maschilismo ma di soldi.
    Ne circolano sempre meno e spesso i fumetti italiani arrivano a costare molto di più dei manga giapponesi (in tal senso ricordo Rigel di Elena De Grimani) , e se a questo aggiungiamo che ormai online si trova tutto o quasi, il gioco è fatto.
    L'editoria è in crisi e investire nella creazione di un fumetto ex novo potrebbe essere una sfida perdente in partenza perchè le nuove generazioni, maschi e femmine, hanno sempre meno interesse nella lettura di qualsiasi cosa, impegnati come sono a districarsi tra le meraviglie dei social.
    Forse è la naturale evoluzione della società che si rapporta con queste nuove e sorprendenti tecnologie, fatto sta che si legge sempre meno.
    E ciò che si decide di mettere sul mercato deve avere almeno qualcosa di più di un minimo di possibilità di successo: e quindi che fare? Puntare sul sicuro.

    È innegabilmente vero che la maggior parte delle ragazzine di oggi sia tutta trucco e parrucco, era normale anche quando ero io a essere adolescente, e quindi si cerchi d'attrarle con tematiche e rubriche ad hoc: ed è questo l'errore.
    Perchè dovrebbero capire che al giorno d'oggi chi si avvicina ai fumetti, e nello specifico le ragazze, spesso è proprio perchè ha gusti diversi dalla massa, interessi diversi che lo portano ad acquistare proprio quello; si dovrebbe indagare maggiormente sui gusti di questa tipologia di pubblico e non sforzarsi di correre dietro le mode.

    Non si dovrebbe inseguire l'omologazione a tutti i costi, bensì puntare proprio sulla differenza.

    Poi non sono esperta di marketing e magari ho cannato tutto y_y
     
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    Io sono più o meno del parere di Azrael, il maschilismo secondo me in questi casi influisce solo in parte perché in realtà anche i prodotti come fumetti o serie d'animazione con ragazze come protagoniste di norma attira una buona fetta di pubblico maschile; ricordo a questo proposito quanto sconcertasse ai tempi che l'anime di Sailor Moon avesse tutto quel seguito tra i maschietti negli anni 90, o come gli shojo che leggevo da ragazzina stando alle statistiche avessero una buona percentuale di seguito tra i ragazzi.
    Poi si trattava di numeri un po' bassi e i diretti interessati preferirebbero spararsi piuttosto che ammettere di guardare o leggere certe cose XD, ma se ci pensate anche serie tv come Gossip girl, Sex and the city e altre piacevano agli uomini, dunque al di là del discorso sugli usi, costumi e stereotipi di genere, io credo che la vera risposta da ricercare là dove ha indicato Azrael: la gente non legge a prescindere, uomini e donne, l'editoria è in crisi e il fumetto è sempre stato un fenomeno di nicchia che da una decina di anni è tornato ad essere snobbato dai più. Io stessa vedo sempre meno manga e comics nelle edicole, e spezzo una lancia a favore dei comics già che ci sono, lì veramente i ruoli importanti tra le donne si sprecano. Eppure in Italia sono sempre poco letti, quindi dipende anche dal genere letterario, da quanto "invoglino" a leggere e da quanto siano pubblicizzati (per esempio prima i manga venivano "trainati" dagli anime, adesso gli stessi vengono adoperati per tappare i buchi della programmazione di canali secondari).
    Dei fumetti da te citati Iku conosco soltanto Blue Moon e sinceramente lo mollai subito perché era troppo scopiazzato da WITCH, comunque forse bisogna considerare anche che i tempi e le generazioni cambiano, un fumetto tra il magico e lo "shojo" di quel genere lì dubito interesserebbe molto le adolescenti odierne, forse sarebbe un po' "superato".
     
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  8. MyMuse
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    Volevo inserirmi in questo dibattito che trovo estremamente interessante e volevo farlo citando alcuni pezzi di storia del fumetto (e in particolare di quello femminile).

    Il corriere dei piccoli

    Ufficialmente, la storia del fumetto italiano nasce il 27 dicembre 1908 con la pubblicazione del primo numero del Corriere dei Piccoli.

    Per chi non lo sapesse, il Corriere dei Piccoli è la prima rivista settimanale a fumetti in italiano destinata ai bambini. Ha introdotto in Italia i fumetti statunitensi ed anglosassoni ed ha avuto un ruolo importante nella promozione di autori italiani. Tale rivista fu ideata dalla giornalista Paola Lambroso Carrara con intenti pedagogici. Da un'analisi delle diverse testate europee, la Carrara notò che all'epoca era abitudine diffusa affiancare delle immagini al contenuto scritto. Forte della sua idea, la Carrara si rese conto che per rendere accessibile la rivista ai meno abbienti, era necessaria professionalità ed una buona organizzazione editoriale oltre che una forte distribuzione della rivista. I contenuti dovevano essere comprensibili alla fascia d'età alla quale si rivolgevano e divertire, oltre che educare. Le storie illustrate a colori diventarono il mezzo principale per attirare l'attenzione, anche se non furono l'unico contenuto della rivista. La testata esordì come supplemento al Corriere della sera. Le nuvolette (baloon) vennero sostituite da didascalie in rima sotto le immagini perchè considerate diseducative in quanto disabituavano il pubblico infantile alla lettura dei testi. Mentre negli Stati uniti i fumetti erano letti anche dagli adulti, in Italia erano considerati dalla borghesia un semplice passatempo infantile. La Carrara verrà esclusa dalla direzione della rivista e curerà soltanto la rubrica di corrispondenza coi lettori sotto lo pseudonimo di Zia Mariù, ruolo che le verrà sottratto perchè ritenuto in contrasto con la rivista. Andando avanti con gli anni, la funzione educativa della rivista scomparì e la rivista subì un restyling,con la pubblicazione di storie per un pubblico più maturo. Ciò si concretizzò nel 1972, quando dalle pagine del Corriere dei piccoli nacque il Corriere dei ragazzi. L'ultima pubblicazione del corriere dei piccoli avviene il 15 agosto del 1995.

    Il corriere dei ragazzi

    La rivista nasce nel 1972, per differenziarsi dal corriere dei piccoli, per via del target a cui è rivolto e del linguaggio. Nella rivista compaiono diversi fumetti italiani di matrice poliziesca, umoristico-satirica, storica, politica, fantasy, horror, western ecc. Tra le righe della rivista troviamo alcuni fumetti oggi famosi come Corto maltese, Cocco Bill, Cattivik. Uno dei fumetti che ha ottenuto un grande successo è Valentina Mela Verde di Grazia Nidasio. Pubblicato prima sul corriere dei piccoli nel 1969, poi sul corriere dei ragazzi, il fumetto narra l'adolescenza di Valentina, detta Mela Verde, una ragazza di 12 anni che condivide con il pubblico di lettori i suoi problemi familiari, le amicizie, le prime cotte, la scuola.

    vmv01

    Grand Hotel

    Nel dopoguerra nasce il fotoromanzo, un fumetto realistico pensato per il pubblico femminile. Tra i fumetti più famosi ricordiamo quelli pubblicati nella rivista Grand Hotel, fondata nel 1946 ed edita dalla Mondadori.

    Anni '70 - '80

    A causa della tv, il fumetto inizia a diventare obsoleto. In questo periodo approdano gli anime sugli schermi italiani e il fumetto entra in crisi. Questo spingerà gli editori a voler inserire nelle proprie riviste anche alcuni estratti dai manga giapponesi, per affiancare il successo televisivo degli anime. Iniziano a diffondersi fumetti rivolti anche ad un pubblico più adulto: la figura femminile nel fumetto verrà rappresentata in tutta la sua sensualità e inizierà a prender piede la figura del ladro spietato e del cowboy in un ambiente western rivisitato con Diabolik e Tex. Molti di questi fumetti verranno soprannominati "neri" per via delle tematiche e dell'indole dei protagonisti definiti crudi, spietati e calcolatori e delle linee di pensiero con tendenza anche al paranormale.

    Anni 2000
    Nasce Witch, che come tutti ben sappiamo chiuderà i battenti nel 2013. Il fumetto non ha mai spiccato veramente il volo perchè la casa editrice Disney non ha mai fornito una vera e propria libertà creativa agli autori. Sul successo di Harrry Potter e Sailor Moon, nascono diversi fumetti che narrano le storie di fate, streghe e universi magici. Con il passare degli anni, maggior parte dei fumetti per ragazze diventeranno delle vere e proprie riviste di gossip e moda e alcuni di essi non saranno più indipendenti, ma diventeranno solo un elemento che avrà come scopo principale quello di accompagnare il successo della serie animata.

    Edited by MyMuse - 30/8/2020, 08:53
     
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    CITAZIONE (MyMuse @ 30/8/2020, 01:33) 
    Anni 2000
    Nasce Witch, che come tutti ben sappiamo chiuderà i battenti nel 2013. Il fumetto non ha mai spiccato veramente il volo perchè la casa editrice Disney non ha mai fornito una vera e propria libertà creativa agli autori.

    Ti ringrazio per il contributo, ma ti invito a verificare le informazioni, prima di postare.
    W.I.T.C.H. ha avuto un grandissimo successo su scala internazionale. Nonostante le limitazioni poste agli autori, il successo del fumetto è stato tale da aver dato origine ad una serie animata (e non viceversa!!!) e gadget d'ogni tipo. Nel corso degli anni, la volontà di disney di avvicinare le cinque streghette a temi più "modaioli" e meno "fantasy", ne ha decretato il tracollo di vendite e relativa chiusura, però è innegabile che "ai tempi d'oro" il volo lo ha spiccato... E eccome!
     
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  10. MyMuse
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    Sapevo che la serie animata di Witch è nata dopo il fumetto, ma quando parlavo di fumetto che accompagna la serie animata non mi riferivo in modo specifico a Witch. Witch so che ha avuto una larga diffusione anche all'estero, fino a quando c'è stata Valentina de Poli alla direzione, il fumetto è sempre stato il fiore all'occhiello dell'Italia, ma a causa delle restrizioni della Disney non è mai stato pubblicato nel modo in cui volevano Gnone, Canepa, Barbucci ed è per questo che con gli anni, anziché migliorare, ha subito un continuo declino. Però quando ho detto "Non ha mai spiccato veramente il volo" sono d'accordo con te che è una frase fraintendibile. Ti ringrazio per avermi fatto notare questi errori, me ne scuso.

    Comunque nel vocabolario Treccani, spiccare il volo assume questo significato:

    in senso fig., s. il volo (ma più com. prendere il volo), fuggire, staccarsi da un ambiente, da una condizione di dipendenza o di limitata libertà per acquistare una maggiore libertà e indipendenza


    EDIT: c'è anche da considerare che ad un certo punto gli autori forse non avevano più tante idee nel cassetto e chi aveva preso in eredità il fumetto non aveva avuto la benché minima idea o volontà di rispettare le radici del fumetto e proseguire sulla stessa strada, anziché prendere una via diversa, più monotona e incentrata su piccoli problemi femminili.

    Edited by MyMuse - 30/8/2020, 15:45
     
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    MyMuse, qui si fa fatica a non dar ragione a Fan: di che serie animata parlavi se non ti riferivi a quella di Witch? Non mi vengono in mente altri fumetti italiani che sono diventati serie animate, a parte Angel's Friends che però è arrivato molto dopo.

    Come dice Fan il fumetto ha avuto un grandissimo successo, indipendentemente dalla sua fedeltà all'idea originale che Barbucci e Canepa avevano avuto: il suo declino si deve alla direzione che Witch prese molti anni dopo. E non ci attacchiamo alle definizioni del vocabolario aggiunte a posteriori, su...
     
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  12. MyMuse
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    Per esempio c'è il fumetto di Winx, ma è un esempio un po' poverello perchè non trovo altri fumetti in effetti che siano nati dopo il cartone. Ribadisco però che parlavo dei fumetti in generale, anche se devo ammettere che ha poco senso ciò che ho scritto perchè non ci sono delle vere e proprie fondamenta, si tratta solo di una mia supposizione. Per quanto riguarda "spiccare il volo" posso assicurarti Iku che non mi riferivo in modo diretto al successo, anche se le due cose sono strettamente collegate. Scrivevo infatti:

    CITAZIONE
    Il fumetto non ha mai spiccato veramente il volo perchè la casa editrice Disney non ha mai fornito una vera e propria libertà creativa agli autori.

    Ho proprio l'impressione che pensiate che io mi stia arrampicando sugli specchi. Mi spiace per questo e fan_fan
    non intendevo in alcun modo criticare il tuo intervento. Anzi, come ti dicevo ciò che ho scritto è molto fraintendibile e apprezzo che tu mi abbia fatto notare le castronerie che scrivo, perchè a volte scrivo scrivo e non mi preoccupo che gli argomenti che porto siano comprensibili a tutti e basati su elementi concreti, però, sinceramente, non mi è piaciuto sentirmi dire che non sapessi che Witch ha avuto successo, perchè lo sapevo avendo letto Witch durante l'infanzia e avendo partecipato alle discussioni del forum Witch Italia. Mi dispiace che sia passato un altro messaggio. Comunque la fonte da cui ho preso quelle informazioni è Wikipedia anche se sono informazioni che non hanno aggiunto nulla a questo topic davvero interessante....
     
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    CITAZIONE (MyMuse @ 31/8/2020, 21:02) 
    Mi spiace per questo e fan_fan
    non intendevo in alcun modo criticare il tuo intervento.
    Anzi, come ti dicevo ciò che ho scritto è molto fraintendibile e apprezzo che tu mi abbia fatto notare le castronerie che scrivo, perchè a volte scrivo scrivo e non mi preoccupo che gli argomenti che porto siano comprensibili a tutti e basati su elementi concreti, però, sinceramente, non mi è piaciuto sentirmi dire che non sapessi che Witch ha avuto successo, perchè lo sapevo avendo letto Witch durante l'infanzia e avendo partecipato alle discussioni del forum Witch Italia. Mi dispiace che sia passato un altro messaggio. Comunque la fonte da cui ho preso quelle informazioni è Wikipedia anche se sono informazioni che non hanno aggiunto nulla a questo topic davvero interessante....

    Si, in effetti, traspare un differente messaggio da quello che stai scrivendo adesso ed è per quello che ti ho corretto. Agli occhi di chiunque legga emerge una cosa errata che, voluta o mal espressa, di fatto distoglie l'attenzione da tutto il topic. Purtroppo nelle situazioni di tutti i giorni, come nello stesso forum, è essenziale pensare un'attimo a quanto si dice/scrive e soprattutto se "emerge realmente quello che voglio dire", questo proprio per evitare fraintendimenti di questo tipo.
    Lo metto sotto spoiler perché te lo voglio solamente far presente.
    Citare un dizionario, inserendolo furbamente nel mezzo ad un post in un secondo momento, non è esattamente carino.
    Quello che traspare agli occhi di chi rilegge detta risposta è: "Ho ragione solo io, non voglio critiche nè discussioni", il che decisamente porta un discorso a senso unico che non si addice per nulla alla natura di un forum.
    Volendo darti un'altro suggerimento, aggiungo che la seconda definizione di "spiccare" indicata dalla suddetta treccani è proprio il termine a cui mi riferivo io per "interpretare" il tuo messaggio. Ecco, quest'ultima poteva essere un'occasione di flame. Io mi sono fermata perché lo so e faccio parte dello staff e, se possibile, ho a piacere di tenermi ben lontana dal flammare.

    Però ecco, anche da quest'ultima situazione, ti traggo il mio suggerimento "per scrivere un buon post in un forum": focalizzati su ciò che vuoi dire prima di tutto. Extra o aggiunte interessanti sono sempre le benvenute, ma l' importante è "non perdere di vista l'obbiettivo".
    Non è "il post lungo" a fare la differenza, lo può essere anche quello "piú breve", ma con idee e opinioni sentite sul serio.
     
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  14. MyMuse
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    Sulla questione della frase citata da un dizionario, l'ho inserita in un secondo momento perchè dopo aver scritto il post mi è venuto il dubbio se in effetti fosse una frase fraintendibile e per togliermi il dubbio ho voluto controllare sul dizionario ed effettivamente "spiccare" da solo significa emergere, distinguersi, ma "spiccare il volo" vuol dire proprio fuggire da una condizione di dipendenza. Non credevo che potesse essere considerata una furberia per dire "ho ragione solo io" che poi alla fine l'ho usato come modo per dimostrare che il significato non poteva essere fraintendibile anche se nel contesto lo sembrava. Beh, anche io vorrei tenermi lontana dai flame, non sono venuta in questo forum per creare scompiglio, però mi rendo conto che quando scrivo sono un po' superficiale e non considero tutti i punti di vista prima di scrivere qualcosa. Eh sì, con quel papiro ho perso proprio di vista l'obiettivo del topic. Per tutto il resto sono assolutamente d'accordo con te e ti ringrazio per tutti i consigli che mi stai dando con estrema pazienza (anche se mi sento che vi faccio perdere tempo inutilmente e non offro alcun contributo al forum per renderlo un posto piacevole in cui dialogare). Chiedo scusa, anche se non so se un semplice "scusa" possa bastare, perchè sento in diverse occasioni di aver scritto cose un po' fuori luogo, rendendomene conto solo dopo che me lo avete fatto notare e ci siete passati sopra tante volte. Non è mia intenzione voler avere ragione a tutti i costi, ma mi preme capire se effettivente sbaglio, è per questo che ho cercato quel significato sul dizionario.
     
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    Mi premeva chiarire le ultime due cose, dopodiché mi piacerebbe mettere fine a tutto questo OT e tornare all'argomento principale del topic.

    La prima cosa è che no, MyMuse, qui nessuno mette in dubbio il fatto che tu conosca Witch, che l'abbia letto o che frequenti anche il forum di Witch Italia. Quello che mettiamo in dubbio è la coerenza dei tuoi post e la linearità delle cose che scrivi.

    L'altra cosa è la tua lettura del fenomeno Witch, che mi pare un po' superficiale.
    In più di un'occasione hai parlato delle restrizioni che la Disney aveva imposto a Canepa Barbucci e Gnone, dando loro la colpa dei mancato sboccio, se così lo vogliamo chiamare, di Witch.

    In realtà abbiamo sentito da una recente intervista con Barbara Canepa che lei stessa si chiede se, avendo la possibilità di mantenere Witch come lo avevano pensato loro, avrebbe avuto lo stesso successo. E anche lei ammette che una buona percentuale del successo di Witch si deve al suo sviluppo all'interno di Disney.

    Lungi da me giustificare il comportamento di Disney in materia di diritti d'autore (sapete benissimo cosa ne penso), quello che voglio dire è che Disney ha limitato la prima versione di Witch ma in questo modo paradossalmente ne ha creata una seconda che poi ha avuto tutto il successo che sappiamo, fino al 2008 quando le vendite hanno iniziato a calare.

    Quelle restrizioni di cui parli non hanno niente a che fare con il declino che Witch ebbe, sette anni dopo... con il cambio della direttrice il magazine prese la direzione che conosciamo e smise di essere il fumetto speciale che amavamo così tanto. Non lo dico io, lo dicono maree fan delusi in tutto il Paese.

    Ti devo un ultimo messaggio privato, dopodiché spero smetteremo di parlare e passeremo ai fatti.
     
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