WC8LO: la Storia

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    “Scendi”
    A svegliarla furono l’odore della foresta e quella strana voce nella testa.
    Un mormorio continuo la circondava, il bisbigliare degli uccelli, il fruscio delle foglie, lo scorrere dell’acqua in lontananza… eppure a colpirla di più fu l’odore selvatico di quel luogo, l’umidità che le si attaccava alla pelle, quel profumo potente e mai domato.
    - Dove sono?
    “Devi scendere a valle”
    Non ricordava nulla. Si alzò lentamente in piedi, ancora intontita, guardandosi intorno. Quegli alberi le ricordavano vagamente le foreste attorno ad Alfea, quelle nelle quali l’amicizia tra le Winx si era cementificata. Flora avrebbe avuto la risposta in un baleno mentre a lei non rimaneva che tendere l’orecchio e ascoltare, in cerca di una traccia, un indizio, qualcosa che le spiegasse quella voce nella testa.
    Invano.
    “Scendi!”
    Gli alberi erano così fitti che non riusciva nemmeno a individuare dei punti di riferimento al di là di quella foresta. Colline? Montagne? Chi poteva dirlo… tutto ciò che vedeva, in ogni direzione, erano rami, alberi e foglie. Non poteva basarsi sulla vista per orientarsi.
    - Però…
    C’era dell’acqua, in lontananza. Sulle sponde dei corsi d’acqua si trovavano facilmente degli insediamenti, e poi…
    - I corsi d’acqua scendono sempre a valle.
    Musa sorrise e tese l’orecchio, isolando con la mente i vari fruscii fino ad individuare quello che le interessava: il dolce suono dello scorrere dell’acqua. E prese a camminare in quella direzione.
    Com’era finita lì? Di certo non era il genere di posto in cui andava di solito. A lei piacevano i luoghi affollati, rumorosi, luoghi come i centri commerciali dove si poteva passare da una musica all’altra e non c’era traccia di quella tranquilla, assordante quiete.
    E le ragazze?
    Sentiva la loro mancanza. Non che non potesse vivere senza di loro ma averle sempre attorno generava… una sorta di ritmo, qualcosa di cui sentiva l’assenza in un modo quasi fisico. Come un silenzio.
    “Devi scendere a valle!”
    Quella voce era insopportabile. Non stava forse già scendendo a valle? E cosa c’era poi di così importante là? Le venne quasi voglia di cambiare direzione solo per dispetto, poi soppresse quell’impulso. C’era di certo un motivo se si trovava in quella foresta ma non riusciva a ricordarlo.
    Il suono dell’acqua si faceva sempre più vicino ma non era l’unico: un fruscio ritmico gli si era aggiunto, un rumore diverso da qualunque altro in quella foresta. Musa si immobilizzò, ringraziando il cielo che Stella avesse dato loro dei vestiti in colori neutri prima di partire per…
    La ricerca di Hesperia!
    I ricordi riaffiorarono uno alla volta: le iscrizioni sulla pergamena, la grotta, la sparizione di Tecna… forse quella foresta aveva a che fare con le iscrizioni? Forse uno degli schizzi raffigurava il luogo che doveva trovare?
    La fata si era fermata nel riflettere e non si era resa conto che il misterioso rumore si era avvicinato.
    “Continua verso valle, Musa… lì troverai le risposte che cerchi!”
    La voce nella sua mente, stavolta, era accompagnata dallo stesso volto che Griffin aveva mostrato loro solo il giorno prima: una donna forte dagli occhi chiari e dall’espressione determinata. Hesperia.
    I passi della ragazza si fecero guardinghi: Musa poggiava i piedi a terra con attenzione, evitando qualunque rumore. Quel fruscio che sentiva erano sicuramente i passi di qualcuno. E se l’avesse attaccata?
    Incrociò d’impulso i polsi sopra la testa, concentrandosi sulla parola “Butterflix” senza parlare, ma non successe nulla. Forse bisognava per forza pronunciarla? Preferì non rischiare e proseguì in silenzio verso il rumore dell’acqua.
    In lontananza il bosco sembrava diradarsi e una fetta di cielo era ben visibile in uno scorcio tra un albero e l’altro. Forse era arrivata al fiume! Accelerò il passo, impaziente, e per poco non inciampò su una radice sporgente. Riuscì a mantenere l’equilibrio ma per farlo si aggrappò ad un ramo basso, spezzandolo con un sonoro schiocco e vanificando ogni tentativo di passare inosservata.
    C’era poco che potesse fare per rimediare a quell’errore: scelse il tronco più grosso in vista e vi appoggiò la schiena, pronta ad usare la sua magia contro qualunque eventuale aggressore.
    Quando i passi si avvicinarono e il misterioso intruso uscì dalla boscaglia, tuttavia, le si fermò il cuore nel petto: davanti a lei, in mezzo agli alberi, c’era Riven.

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    Edited by i k u - 13/2/2023, 13:40
     
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    - Insegnare… qui? Ad Alfea?
    Il tono incredulo di Flora strappò una risatina a Faragonda.
    - Sì, cara, qui ad Alfea. Sembra incredibile ma anche noi, ogni tanto, assumiamo nuovo personale. E non c’è nessuno che mi farebbe più piacere avere nel corpo insegnanti. Ovviamente non si tratta di una decisione da prendere impulsivamente… volevo solo farti la richiesta di persona.
    - Insegnante ad Alfea…
    Lo era già stata brevemente, dopo aver raggiunto l’Enchantix, ma in quel caso aveva diviso la cattedra con le altre. Diventare insegnante di floromagia sarebbe stata una cosa diversa, solo sua: una grossa responsabilità, un passo importante che non aveva previsto nella sua vita.
    - Avrai un appartamento tutto tuo, il controllo sulla serra, la gestione del piano studi… l’offerta base che faccio ai miei docenti, ma naturalmente c’è sempre spazio per le esigenze personali.
    - Naturalmente...- mormorò Flora, ascoltando le parole della preside solo a metà.
    - Vedo che la mia richiesta ti ha turbata più di quanto mi aspettassi, Flora. Prenditi del tempo per pensare. Puoi restare qui e parlarne con Eldora… e se hai domande sono a tua disposizione.
    La ragazza si riscosse e tornò a guardare in faccia Faragonda.
    - La ringrazio, signora preside. Ci penserò molto attentamente ma, a prescindere dalla mia risposta, lo considero un grandissimo onore.
    La donna si sporse verso di lei e le prese le mani.
    - Non c’è niente di più soddisfacente per me del vedere le mie studentesse sbocciare ed essere felici.

    La sicurezza che le parole di Faragonda le avevano dato l’abbandonò appena si chiuse la porta dello studio alle spalle, sostituita da una pioggia di mormorii nella sua mente.
    Non sei abbastanza esperta. Non riuscirai a farti rispettare Sei troppo giovane Non ne sai abbastanza Non puoi paragonarti a Eldora Non sei portata per l’insegnamento.
    Chiuse gli occhi e sospirò. Quei mormorii avevano ragione: sarebbe stato meglio rifiutare.
    Attraversò lentamente i corridoi fino al cortile deserto, in cerca del conforto delle aiuole fiorite, e sedette sull’erba a gambe incrociate, senza sandali, accarezzando distrattamente gli steli freschi.
    Sospirò ancora, lo sguardo perso verso le cime degli alberi in lontananza. La nostalgia che quel posto le suscitava aveva un sapore quasi tangibile: i pomeriggi passati a fare i compiti, il conforto dell’aria fresca dopo le lunghe ore di lezione, le incursioni a Selvafosca, in cerca di nuovi fiori e piante da studiare.
    Almeno in quello Faragonda aveva ragione: la sua passione per il mondo vegetale era sempre smisurata, fin da piccola. Seguiva il padre ovunque, nel loro giardino, e ascoltava per ore le sue spiegazioni, imparando nomi e proprietà delle piante e innamorandosi di ogni fiore che lui faceva sbocciare. Gli album di famiglia erano pieni di foto nelle quali, sporchi e sorridenti, mostravano all’obbiettivo una nuova piantina.
    Poi era arrivata Miele e l’allieva era diventata a sua volta maestra: la sorellina era un po’ goffa e si distraeva facilmente ma questo rendeva ancora più grande la soddisfazione di Flora di fronte ai suoi risultati. Aveva iniziato a capire meglio il padre e qualche volta si era ritrovata a fantasticare di avere accanto una bambina dai capelli scuri alla quale ripetere quei trucchetti, quelle filastrocche che Rhodos le aveva insegnato per memorizzare le nozioni che ripetevano insieme.
    Quel pensiero la fece arrossire. Certo, aveva sempre pensato che prima o poi sarebbe arrivata una bambina ma che già nei suoi sogni ad occhi aperti avesse i capelli scuri di Helia… scosse la testa, come per scuotersi via quell’immagine dalla mente. Era troppo, troppo giovane.
    Una bambina a cui insegnare? Le venne da ridere: Faragonda gliene stava offrendo una classe intera. Una classe di piccole appassionate di floromagia, con i loro fiori preferiti, i pollici più o meno verdi e… e quell’immagine le fiorì senza sforzo nella mente: una classe di ragazzine dell’età di Miele che l’ascoltava, faceva domande, prendeva appunti, le mostrava il frutto del suo lavoro.
    Sentì una fitta di desiderio.
    L’immagine della classe, la sua classe, aveva scatenato una nuova serie di mormorii: una sorellina è un conto, ma classe intera? E l’esperienza? E il suo livello di magia, che ancora non sentiva completo? E poi, e poi… quella fitta, che diventava sempre più forte, soverchiando quel brusio negativo, trasformandosi in una voce forte, chiara, coraggiosa. I mormorii c’erano ancora ma non erano che un solletico, una preoccupazione lontana, voci sempre più flebili di fronte alla risposta che sembrava ogni secondo più definita.

    Flora spalancò la porta dello studio di Faragonda, un sorriso tremendamente luminoso in viso:
    - Accetto la cattedra. Voglio insegnare.

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    Edited by i k u - 13/2/2023, 13:40
     
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    Aisha non poteva credere ai suoi occhi.
    L’amica giaceva inerme sul brullo terreno, l’inconfondibile capigliatura lucidissima sparsa attorno a sé come uno stagno blu.
    Devo aiutarla.
    “Devi correre”
    Il volto nella sua testa era perentorio, severo. La voce di Hesperia la spinse verso gli alberi ma la ragazza si rialzò e scattò nella direzione opposta, verso l’amica.
    “Cosa stai facendo?”
    - Musa!
    La fata si voltò verso Aisha, il bel viso impolverato e rigato di lacrime.
    - Aisha! Come siamo finite qui?- singhiozzò allungando le braccia nella sua direzione. La fata dei fluidi le prese le mani e fece per aiutarla a rialzarsi, un occhio sempre rivolto alla creatura che guadagnava terreno, ma Musa, nel sollevarsi, gemette e si accasciò di nuovo.
    - Sono caduta, mentre correvo… ho paura di essermi storta la caviglia!
    - Appoggia il peso sull’altra gamba, presto…
    La ragazza si passò un braccio di Musa attorno al collo per sostenerla e insieme si alzarono in piedi.
    - Dobbiamo solo arrivare fino a quegli alberi...- mormorò Aisha fiduciosa, ma nel voltarsi le sembrarono ancora più distanti di prima. E dietro di loro, con un rumore ritmico e minaccioso, la creatura si avvicinava.
    - Ricordo solo la grotta di Daphne...- piagnucolò Musa zoppicando. Nonostante il corpo esile il suo appoggiarsi ad Aisha rendeva lentissimi i loro movimenti. La fata strinse i denti e continuò a camminare.
    “Sei vicinissima, ti basterebbe lasciarla qui e potresti completare la missione da sola...”
    Aisha scosse la testa per scacciare quella voce. Il mostro era sempre più vicino.
    “Non puoi trasformarti, non puoi combattere quell’essere...”
    La fata della musica si fermò di colpo.
    - Aisha, ti sto solo rallentando…- mormorò in lacrime – Potrei fermarmi e distrarlo… così almeno tu ti salveresti, no?
    I suoi occhi azzurri erano pieni di coraggio e un brivido corse lungo la schiena di Aisha. Si guardò intorno e scorse un ramo pochi passi più avanti.
    - Non dire cretinate, Musa. Non potrei mai vivere con il pensiero di averti lasciata qui.
    Lo raccolse. Non era troppo spesso ma sembrava robusto: lo agitò con il braccio libero e ne sentì il peso.
    - Siediti qui. Abbiamo visto cose ben peggiori no?
    Musa ubbidì e scivolò cautamente a terra. Aisha si frappose tra lei e il mostro che stava arrivando di gran carriera. Nel vedere che si erano fermate aveva lanciato di nuovo quel verso, quell’orribile stridore che le aveva fatto venir voglia di scappar via.
    Ma non l’aveva fatto.
    - Fatti avanti, bestiaccia!
    Più si avvicinava più Aisha ne distingueva i dettagli: il suo corpo ricordava quello di un insetto, a segmenti, ed emanava una puzza tremenda che per un attimo le fece salire un conato di vomito. Prese a respirare con la bocca e impugnò il bastone come una mazza da baseball.
    - Aisha, scappa… mettiti in salvo finché puoi!
    “La tua amica ha ragione: guarda quelle lame, vi farà entrambe a fettine in un lampo. E nessuno porterà a termine la missione...”
    Il mostro le era quasi addosso.
    Non era molto più alto di Aisha, giusto quei centimetri che bastavano per far sì che lei riuscisse a schivare le sue lame passandoci sotto. Schivò il suo primo attacco e gli scivolò alle spalle, l’adrenalina che le pulsava nelle vene e rendeva ogni dettaglio ancora più nitido. Si ritrovò a fissare la spina dorsale della creatura, una fila di orribili escrescenze appuntite.
    - Non scapperò!- urlò alla creatura che si voltava per attaccarla di nuovo – Se c’è una speranza di sopravvivere allora ce ne andremo insieme!
    Alzò il bastone e colpì la creatura al tronco più forte che poté.

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    Edited by i k u - 13/2/2023, 13:41
     
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    Il Festival era stato magnifico.
    Zenith era famoso per la sua tecnologia, certo, ma in genere ogni scienziato e ingegnere lavorava per conto suo, nel segreto del proprio laboratorio. Quel giorno invece tutto era stato portato alla luce del sole, e a Tecna, come ospite speciale, era stato permesso di ficcare il naso ovunque volesse.
    In quel momento la competizione era quasi giunta al termine: somigliava un po’ ai programmi di cucina terrestre che Bloom guardava sempre, con un grande tavolo dal quale “pescare” gli ingredienti e un tempo limite per preparare la ricetta. In quel caso però la ricetta era stata sostituita da un’invenzione e il tavolo era ricoperto di parti meccaniche più o meno raffinate.
    Peccato che Timmy non fosse con lei.

    Era rimasta seduta in silenzio davanti al suo cellulare per venti minuti buoni, una volta lasciato il laboratorio del Tecnomago Supremo, cercando di prendere una decisione.
    Non ci era riuscita.
    Aveva lasciato passare i giorni senza fare niente, senza chiamarlo per spiegargli la situazione o parlargli della sua convocazione. Era più facile così… e una parte di lei non vedeva l’ora che arrivasse il festival: quel premio era un sogno che si realizzava!

    Ora era là, a pochi passi dal palco della premiazione, seminascosta dietro una tenda.
    Splendida nel suo vestito nuovo, che la madre aveva voluto formalissimo per l’occasione, ma tesa come una corda di violino al pensiero che da qualche parte, in mezzo alla folla, ci fosse Timmy.
    - Emozionata?
    Selvin le si era avvicinato senza che lei se ne accorgesse.
    - Un po’- ammise controvoglia. Non era del tutto a suo agio con l’intensità delle sue emozioni.
    - È un’occasione senza precedenti- sorrise l’uomo, sorseggiando un liquore ambrato tra una frase e l’altra – un’ottima pubblicità anche per Alfea.
    Tecna aveva intravisto Faragonda in mezzo alla folla, accompagnata da Palladium. Era vero, quel premio era una vittoria anche per Alfea, che di certo non era famosa per i suoi risultati in campo tecnologico. Sospirò. Eppure…
    - Credi che il tuo partner sia qui da qualche parte?
    A quella domanda non riuscì a rispondere. Le era sembrato di intravvederlo almeno tre volte, ma tutte e tre le volte non si trattava veramente di lui. Si era ripromessa di non cercarlo ma a quando pare i suoi occhi non stavano ubbidendo al cervello.
    - È il momento. Io esco, tu aspetta di essere chiamata e poi sali, ok?
    E l’aveva lasciata sola con i suoi pensieri.

    Anche le Winx erano da qualche parte in quella folla, probabilmente annoiate perché quel festival, per loro, non aveva nessuna attrattiva. Era felice che fossero venute ma… c’era qualcosa, dentro di lei, che non le dava tregua.
    - Grazie a tutti per aver partecipato a questo evento speciale, abitanti di Zenith! Segnaliamo che la competizione per giovani inventori termina in cinque, quattro, tre… due… terminata! I partecipanti sono pregati di lasciare immediatamente il laboratorio in modo che i giudici possano prendere una decisione. Nel frattempo colgo l’occasione per fare qualche ringraziamento…
    Nella sua mente, non poteva negarlo, anche lei aveva immaginato un discorso simile. I suoi genitori sarebbero stati i primi, ovviamente, e poi sarebbe venuto Timmy. In quel frangente, però, le sembrava un’ipocrisia.
    - Sono certo che la conoscete tutti ma mi concedo il piacere di presentarvela comunque: giovanissima fata, diplomata ad Alfea…
    Una serie di urletti aveva seguito quelle parole, esplosa come un fuoco d’artificio da un punto ben preciso della sala. Tecna sorrise: le voci di Stella, Aisha e Musa erano riconoscibilissime.
    - …e Fata Guardiana del pianeta Zenith stesso, nonché detentrice di un numero veramente impressionante di trasformazioni conseguite! Signore e signori, Tecna!
    Aveva percorso lentamente il corridoio tra le due file di sedie, sollevando appena la lunga gonna damascata e portandosi in mezzo al palco tra l’applauso generale.
    - Oggi le abbiamo chiesto non solo di consegnare il premio ai giovani inventori ma anche di presenziare per ritirare un ambito premio, il Primo Atomagico, meritatissimo per la sua invenzione di una nuova tecnologia che…
    - Non è mia, l’invenzione.
    Selvin, unico tra i presenti ad essere abbastanza vicino, si era interrotto di colpo.
    - Come prego?
    Tecna gli aveva tolto delicatamente il microfono dalle mani e si era avvicinata al parapetto del palco. C’era una zazzera inconfondibile di capelli biondorossicci a pochi passi dal palco, e stavolta non aveva bisogno di cercare i suoi occhi per capire che era lui.
    - Non posso accettare nessun premio per questa invenzione. Non finché il mio partner, in laboratorio e nella vita reale, non ne riceverà uno uguale. C’è un ragazzo con la camicia un po’ stropicciata e l’aria di non sapere dove guardare, laggiù. Lui merita il premio tanto quanto me.

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    Edited by i k u - 13/2/2023, 13:41
     
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    Bloom sbatté le palpebre incredula.
    - Stai… stai dicendo sul serio?
    - Sono serissimo.
    Il tono del ragazzo diceva una cosa e il suo volto ne diceva un’altra: la fata cercò invano di guardarlo negli occhi ma lo sguardo di Sky era lontano e sfuggente.
    - Ma sono la Fata Guardiana di Domino, io ho un dovere!
    - E quello che hai nei miei confronti, come mia fidanzata, non è forse un dovere?
    Bloom era seduta con la schiena contro la parete di roccia ma a metterla a disagio di più non era la superficie irregolare bensì quella chiamata del suo ragazzo.
    - Non capisci, Sky: Faragonda è posseduta da una nuova minaccia e Griselda si è sacrificata per proteggerci… tutta Alfea è in pericolo, e la Dimensione Magica! Questo non significa niente per te?
    Le labbra di Sky si allargarono in un sorriso cinico.
    - C’è sempre una minaccia, c’è sempre una ragione per partire… Bloom, non capisci che questa cosa non avrà mai fine se non ti fermi ora?
    - Fermarsi ora? Mi stai chiedendo di smettere di essere una Winx?
    Bloom avrebbe voluto sbattergli il telefono in faccia ma era così allibita dall’entità della richiesta del ragazzo da non riuscire quasi a reagire.
    - Ti sto chiedendo cosa è più importante nella tua vita, Bloom.
    - E cosa vorresti che rispondessi, Sky? Che per te lascerei bruciare l’intero universo di Magix?
    Un guizzo di rabbia attraversò i bei lineamenti del ragazzo, deformandoli.
    - Devi sempre essere così drastica? Non ti ho chiesto di smettere di essere una paladina della giustizia, ti sto chiedendo cos’è più importante.
    - Come puoi chiedermi...- iniziò, incapace di finire la risposta. Sky notò la sua esitazione e rise di nuovo, un suono amaro che le fece gelare il sangue nelle vene.
    - Ci sono dei giorni, a corte, dei giorni interminabili durante i quali vorrei solo prendere una navetta e venire a cercarti. In genere mi ricordo di essere il principe di Eraklyon e riesco a fermarmi e riprendere il controllo… ma ci sono volte in cui proprio non ci riesco e lo faccio. Sono i giorni in cui ci vediamo, Bloom. Gli unici giorni in cui passiamo del tempo insieme sono quelli nei quali io cedo al desiderio di venirti a cercare.
    - Sky, io…
    - Pensavo che tu avessi lo stesso dilemma, che anche il tuo fosse senso del dovere ma che sotto sotto odiassi farlo. Come me.
    - Ma Sky, c’è in ballo il futuro della Dimensione Magica… è una ninfa di Magix, un potere fortissimo che non siamo neanche sicure di poter battere!
    - Una ninfa…?
    Bloom vide aprirsi un barlume di speranza e proseguì.
    - Una ninfa rimasta sigillata per centinaia di anni ora è di nuovo libera, assetata di potere… si è impossessata di Faragonda e questa prova… bisogna trovare un artefatto, l’unico in grado di sigillarla di nuovo. Abbiamo così poco tempo e sono così vicina, Sky…
    - Vicina a cosa?
    Il suo tono era tornato duro e freddo. Bloom rabbrividì.
    - Vicina a partire per l’ennesima missione pericolosa per chissà quanto tempo. Vicina a sparire di nuovo senza nemmeno avvisare. Vicina a qualcosa dal quale non sai nemmeno se tornerai.
    - Ma se non lo faccio io…
    - UN GIORNO TI RIPORTERANNO A CASA IN UNA BARA E QUEL GIORNO MI CHIEDERANNO PERCHÉ NON ERO LÌ A COMBATTERE AL TUO FIANCO!
    Fu come ricevere uno schiaffo. Il corpo di Bloom si irrigidì per l’adrenalina: era la prima volta che sentiva Sky alzare la voce in quel modo. Il ragazzo sembrava sconvolto quanto lei e per un po’ l’unico rumore che sentirono fu il frusciare del vento.
    - Bloom, se mi ami… - inizià Sky a fatica - se questo fidanzamento vuol dire ancora qualcosa per te… torna a casa. Lascia le battaglie alle altre. Tu sei una principessa, sei la mia futura sposa e abbiamo tanto da costruire insieme… Domino ha bisogno di te. Io ho bisogno di te.
    Bloom esitò, troppe parole che le vorticavano nella mente. Non riusciva quasi a vedere per via degli occhi lucidi e la gola le si era serrata in un nodo doloroso.
    - Sky… io non posso. Se tornassi indietro ora, se mi fermassi adesso e le ragazze dovessero fallire senza di me… non me lo perdonerei mai. Non potrei vivere con questo genere di rimpianto.
    - Bloom…
    La sua voce incrinata… la ragazza non riuscì a guardarlo in faccia. Le sue dita scivolarono sullo schermo, pronte a chiudere l’olochiamata, le lacrime che ormai le scorrevano irrefrenabili lungo le guance.
    - Io devo portare a termine questa missione. Addio, Sky...

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    Edited by i k u - 13/2/2023, 13:42
     
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    - Uffa…
    Carnelia era nascosta nella tasca segreta di una gonna un po’ più ampia del solito ma il braccio di Stella, costretto da ore in quella posizione innaturale, iniziava a farle male. Per non parlare della pessima figura che stava facendo di fronte ai nobili: concentrata com’era nel tenere al caldo la pietra continuava a perdere il filo della discussione e più di una volta era stata costretta a chiedere a chi le parlava di ripetere. L’intera sala le stava lanciando occhiate incerte.
    - Sunèe, non posso tornare nella mia stanza? È il primo giorno, abbi un po’ di pietà!
    - Se lo faceste le chiederebbero tutti perché e infrangereste il segreto.
    Stella combatté la tentazione di chiudere gli occhi per concentrarsi meglio e sospirò.
    Quando finalmente poté lasciare la sala delle udienze si precipitò nella sua stanza per lasciarsi cadere faccia sotto sul letto, pur senza smettere di stringere Carnelia.
    In quella posizione, a occhi chiusi, le sembrò che la pietra pulsasse, rispondendo in qualche modo ai suoi sforzi.
    - Dovrebbe esercitarsi di più… non ha fatto altro che rispondere a monosillabi l’intera mattinata.
    Sunèe l’aveva raggiunta e un’espressione di disapprovazione gli aleggiava sul volto.
    - È colpa di questa dannata pietra! Non sono ancora riuscita nemmeno ad andare in bagno! Non posso appoggiarla neanche un attimo?
    - Neanche un attimo.

    - Stella!
    La chiamata di Bloom la raggiunse in uno dei rari momenti in cui poteva rilassarsi, nella sua stanza.
    - Non ci vediamo da una vita! Ti va un po’ di shopping?
    La fata si illuminò: finalmente un po’ di distrazione! Immediatamente però la sua mente soffocò quel pensiero per riconcentrarsi su Carnelia, in preda al terrore. Si era raffreddata? La controllò da ogni lato in cerca di eventuali zone opache ma sembrava tutto a posto.
    - Mi piacerebbe tanto venire ma…- la fata si morse le labbra. Non aveva mai detto di no allo shopping fino a quel momento: nessuna scusa sarebbe stata credibile!
    - Stella? Forse non mi hai sentito bene… shopping! Ad Quistes!
    - Non posso proprio, ho delle faccende di famiglia che…
    - Famiglia? Stella, da quando ti conosco non hai mai, mai detto di no ad un pomeriggio di shopping! Se non vuoi venire va bene ma non usare queste scuse ridicole con me!
    Bloom le aveva riattaccato in faccia. L’impulso di lanciare Carnelia contro la finestra fu così grande che Stella si ritrovò con il braccio alzato quasi senza accorgersene.
    È solo il terzo giorno. Come ci arrivo alla fine della settimana?

    - Indovina chi sono!- qualcuno, da dietro, le coprì gli occhi.
    Solo una persona nella Dimensione Magica aveva quella voce. Senza voltarsi strinse la presa su Carnelia e si concentrò. Non. Sarebbe. Stato. Affatto. Facile.
    - Brandon!- Stella si voltò nel cerchio delle sue braccia e si alzò in punta di piedi per baciarlo.
    - Quando mi hanno detto che ti avrei trovata a passeggio nel parco non ci volevo credere…
    Rendeva tutto più facile, naturalmente, vestire i panni della principessa matura e riflessiva che faceva lunghe passeggiate nel parco e non doveva avere a che fare con le persone.
    - È un periodo… un periodo difficile.
    Si abbandonò alla sua stretta, lasciando che la stringesse a sé e cingendolo con la destra.
    - Un periodo difficile? Non dovevamo fare una gita al lago oggi?
    - Oh, Brandon…
    Con l’impegno di Carnelia se ne era dimenticata. Niente l’avrebbe fatta star meglio di una romantica gita con lui ma… come avrebbe fatto in quelle condizioni?
    - Mi sei mancato tanto ma oggi… ci sono delle cose che devo fare e non posso lasciare il palazzo. Vuoi restare a cena e per un… un film?
    Lo Specialista le scoccò un’occhiata scettica.
    - Bloom me lo avevi detto che ti stavi comportando in modo strano ma non pensavo fino a questo punto. Non so cosa stai combinando, Stella, ma io non ci sto. Quando avrai intenzione di essere sincera chiamami.

    Stella era rimasta seduta per lungo tempo dopo che se n’era andato, fissando in silenzio Carnelia, in preda a sentimenti contrastanti. Valeva davvero la pena rovinare il suo rapporto con la sua migliore amica e il suo ragazzo per quella prova? In fondo non aveva mai davvero voluto il trono, ed essere una Winx le portava via già così tanto tempo…
    - Basterebbe che la posassi a terra un attimo...- mormorò, allentando appena la presa sulla pietra.
    Era il quinto giorno e si sentiva esausta: non si era permessa di pensare a nient’altro che alla pietra, non aveva mai lasciato il palazzo, aveva passato da sola quasi tutto il tempo.
    E poi capì. Era così che viveva suo padre, sul trono. Noia, solitudine e costrizione. Sunèe l’aveva chiamata abnegazione, ma era davvero quello che voleva?
    Stella non lo sapeva più.

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    Edited by i k u - 13/2/2023, 13:42
     
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    - Musa?
    L’espressione del ragazzo era incredula quanto la sua, un’espressione che non era abituata a vedergli addosso. Ma tutto il resto… oh, tutto il resto era esattamente come lo ricordava: occhi azzurri, quella pettinatura assurda, perfino i vestiti, così inconfondibilmente suoi.
    - Riven…- mille pensieri le si affollarono in testa, senza riuscire a trasformarsi in parole.
    Lo Specialista si guardò intorno perplesso.
    - Sei sola? Dove sono le altre?
    - Io non… a dire il vero non lo so. Non so nemmeno dove siamo.
    Il ragazzo inclinò la testa da una parte, sempre più confuso.
    - Come fai a essere in un posto e non sapere… ti ha portata qui qualcuno? Ti hanno fatto del male?
    Il tono di Riven era cambiato repentinamente, assumendo una sfumatura feroce e protettiva. Le vennero i brividi.
    - No, è… credo, che sia una prova. Mi sono risvegliata in questo bosco e devo scendere a valle, a quanto pare. C’è questa minaccia alla Dimensione Magica e noi… cerchiamo il modo di fermarla.
    - Ah, certo. Certe cose non cambiano mai.
    Un silenzio imbarazzato scese su di loro per qualche istante poi entrambi tentarono goffamente di riempirlo: “Credi che noi...” “Da che parte...”
    Tornarono a fissarsi in silenzio. Una parte di Musa non aveva voglia di fare altro: quanto le era mancato in quei mesi? Quante volte aveva sognato di riaverlo accanto? La sua sola presenza le scaldava il cuore.
    - Dicevi che devi scendere a valle?
    - Sì… suona un po’ folle ma c’è una specie di voce, nella mia testa, che mi dice di farlo.
    - Allora stiamo andando nella stessa direzione. Seguimi…
    Fu una specie di tortura camminare dietro di lui, sapendo che non poteva allungare la mano per stringere la sua. Un silenzio pesantissimo li seguiva, sovrastando quasi il mormorio della foresta.
    - Mi sei mancata, sai?
    Riven aveva parlato senza smettere di camminare, senza guardarla negli occhi. Anche così le sue parole le strinsero una morsa attorno al cuore. Dovette ripetersi perché aveva scelto quella strada, perché aveva deciso di lasciarlo.
    “Passavi più tempo a stare male per lui che ad essere felice”
    - Mi manca la mia vecchia vita. Fonterossa, i ragazzi… tu.
    Musa scosse la testa, come per liberarla dall’impulso di abbracciarlo.
    - E tu cosa fai qui?
    - Sono diventato accompagnatore per i turisti, una via di mezzo tra guida e guardia del corpo. Sto andando a recuperare un gruppo, a valle. Sei l’ultima cosa che mi aspettavo di trovare nella foresta.
    - E ti piace?
    - Passo moltissimo tempo da solo, in mezzo agli alberi e… in qualche modo mi calma, mi aiuta.
    Il sentiero iniziava a diventare scosceso. Riven si aggrappò ad un ramo basso e si voltò verso di lei, porgendole una mano per aiutarla a non scivolare. Musa esitò.
    - Musa… lo so che le cose tra di noi non sono mai state tranquille. So di non essere un ragazzo facile ma tu sei stata la persona più importante per me… e lo sei ancora.
    Gli occhi del ragazzo erano sinceri e la sua mano tesa la tentava tremendamente. Conosceva il calore di quella mano, un calore che per mesi lei aveva tanto desiderato.
    - Le cose possono essere diverse… io posso essere diverso.
    Musa tacque, in preda a un vortice di emozioni.
    Eccolo, ciò che aveva sognato per mesi: il ritorno del suo primo amore, Riven che tornava indietro per lei. Una parte del suo cuore vibrava di gioia, come un colibrì impazzito, ad un solo passo dal saltargli tra le braccia e stringerlo per non lasciarlo mai andare.
    Ma ce n’era un’altra, una che ricordava bene il dolore di tutte le loro liti. Quante volte si era ripromessa di non riavvicinarsi a lui, per poi cedere e ritrovarsi di nuovo al punto di partenza? Quella parte di lei era in preda al panico: non voglio che succeda ancora. Per favore non farmi questo.
    Ignorò la mano che lui le tendeva e coprì con un breve salto la parte più difficile del percorso. Forse aveva bisogno di qualcuno accanto… ma di certo non di qualcuno che la faceva sentire costantemente sola. Avrebbe fatto male ancora, ma poi… sarebbe andata avanti.
    - Mi dispiace, Riven…- iniziò, ignorando la parte del suo cuore che si stava lentamente sbriciolando - ma stavolta non ho intenzione di tornare indietro.

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    Edited by i k u - 13/2/2023, 13:43
     
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    Gli occhi di Stella si aprirono sull’oscurità più completa.
    - Ragazze?
    Evocò una sfera di luce, un debole bagliore che si allargò sulla sua mano illuminando una sagoma dormiente alla sua destra. Si trovavano ancora nella caverna ma l’acqua che di solito ne copriva il fondo era sparita.
    - Tecna?
    La ragazza si stiracchiò e aprì gli occhi con un sorriso:- Mi sento come se avessi fatto un sogno…
    - Sì...- mormorò Stella sovrappensiero – ...ora che ci penso, credo di averlo fatto anche io.
    La fata del sole si alzò in piedi per illuminare il resto della caverna. Le altre Winx giacevano tutt’intorno, addormentate. Tecna stava già scuotendo la spalla di Flora per svegliarla.
    - ...non siamo più ad Alfea?- la ragazza si guardò in giro, disorientata – Pensavo che…
    - Qualunque cosa pensassi, credo che sia stato un sogno. Tutte noi abbiamo sognato…
    Aisha si svegliò di soprassalto appena le sfiorarono una spalla, saltando in piedi e guardandosi intorno in cerca di chissà che minaccia. Fu lei a cercare Musa e svegliarla: la ragazza uscì dal sonno con un’espressione indecifrabile, che mescolava dolore e nostalgia.
    Il sonno di Bloom era tutt’altro che tranquillo: la ragazza si agitava, mormorando parole incomprensibili, lacrime trasparenti che filtravano dagli occhi chiusi. Stella le accarezzò il viso con dita delicate, chiamando piano il suo nome.
    - Bloom? Svegliati tesoro, stai avendo un incubo…
    La principessa di Domino spalancò gli occhi e si aggrappò al braccio dell’amica, strappandole un’esclamazione di sorpresa. Il petto si alzava e abbassava frenetico e nuove lacrime le rigavano le guance.
    - Bloom, è tutto a posto, siamo qui con te…
    Senza una parola la ragazza aveva nascosto il viso sul collo di Stella, stringendola in preda ai singhiozzi. Le altre Winx la guardavano in silenzio, senza sapere cosa fare.
    - Ero sicura che non tutte avrebbero superato la mia prova…
    Una voce severa riecheggiò nella caverna, spaventandole. Stella si concentrò e allargò il raggio della sua sfera, illuminando ogni angolo della caverna. Un sussulto la scosse, trasmettendosi all’amica in lacrime: una sconosciuta era emersa dalle ombre, una figura in qualche modo familiare.
    - ...invece siete tutte qui.
    - Chi sei?
    La giovane aveva lunghissimi capelli castani raccolti in una coda alta e il suo corpo era protetto da vari elementi di un’armatura argento e blu.
    - Tu sei...- mormorò Flora avvicinandosi per fronteggiarla - ...sei Hesperia!
    Le altre ragazze riconobbero in lei la figura che Griffin aveva mostrato loro a Torrenuvola: l’armatura, il volto severo, gli occhi chiari.
    - Sono una delle nove ninfe di Magix. Perché siete qui?
    Le Winx si voltarono all’unisono verso Bloom, che normalmente a quel punto avrebbe parlato per loro. La ragazza, tuttavia, non dava alcun segno di voler parlare: i suoi occhi erano vuoti, le braccia stringevano ancora Stella. La fata del sole sospirò e alzò lo sguardo a fronteggiare la donna.
    - Siamo qui perché Taleia, la ninfa che la tua reliquia custodiva, si è impossessata del corpo della nostra preside e minaccia la Dimensione Magica. Siamo le fate guardiane dei regni di Solaria, Domino, Linphea, Andros, Melody e Zenith: siamo le Winx.
    La ninfa si concesse un lungo momento per guardarle una ad una, soffermandosi sulle loro espressioni. Quando il suo sguardo si posò su Aisha la fata socchiuse gli occhi.
    - Era una tua illusione quella?
    Hesperia annuì: - Sapevo cosa cercavate: la Fiamma di Zaffiro non può essere lasciata nelle mani di chiunque. Avevo bisogno di sapere che possedevate le qualità giuste.
    - Le qualità giuste?- la voce di Bloom, staccatasi all’improvviso dall’abbraccio di Stella, era roca per il troppo piangere - La tua prova mi ha quasi spezzato il cuore! Come hai potuto farci una cosa simile?
    La ninfa le si avvicinò con aria minacciosa.
    - Credi che per guadagnarsi il potere basti schioccare le dita? Io ho sacrificato la mia vita per creare la Fiamma di Zaffiro: non potrò mai reincarnarmi in una nuova ninfa come le mie compagne. È una reliquia potente e richiede sei qualità ben precise: abnegazione, forza d’animo, coraggio, lealtà, senso di giustizia e...- le indicò una ad una mentre elencava: Stella, Musa, Flora, Aisha, Tecna, lasciando per ultima Bloom. La ragazza la guardò, con le lacrime che scendevano in silenzio lungo le guance, l’espressione colma di rabbia.
    - Dedizione. Avevo bisogno di sapere che avreste messo questa missione sopra a tutto il resto. Perché Taleia è molto, molto potente… e non si farà nessuno scrupolo. Ora...- un sorriso le fiorì sul volto, illuminandolo per la prima volta di una luce calda che la rese improvvisamente bellissima -...ecco la vostra ricompensa.

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    Edited by i k u - 13/2/2023, 13:43
     
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    Hesperia alzò la mano sinistra e dal suo palmo scaturì un groviglio di luci che si intrecciò fino a formare un monile, un elemento di lucente metallo simile ad una fiamma, dal quale scaturì un’onda luminosa che si allargò fino a colpire le ragazze. All’improvviso non erano più nella caverna ma galleggiavano in un misterioso spazio delimitato da pareti di metallo: i loro corpi snelli erano fasciati da un body così candido da risultare quasi accecante e i loro capelli fluttuavano sciolti dietro di loro. Una manciata di scintille, scoccate come frecce di luce dalla reliquia di Hesperia, colpì le sei Winx.

    La prima colpì Stella all’altezza dell’ombelico: un cerchio di luce si propagò sul corpo della ragazza, come su uno specchio d’acqua, dando forma ad una fibbia a forma di sole i cui raggi le si allungavano attorno ai fianchi, in un’armatura protettiva dai riflessi color del tramonto. Due scintille la colpirono ai gomiti, allungandosi fino alle mani in due bracciali splendenti, altre due alle spalle, curvandosi in due spalline affusolate e una fascia all’altezza del seno, altre due alle caviglie, scorrendo come acqua fino alle ginocchia in due meravigliosi stivali scintillanti. I suoi biondissimi capelli si riunirono in una coda alta, fermati sulla fronte da un fermaglio affusolato.

    Una scintilla colpì Bloom sul petto, allargandosi come acqua e disegnandole addosso un pettorale lilla dai profili blu. Un’altra scintilla le colpì l’ombelico, dal quale fiorirono due ali d’armatura che le cingevano i fianchi, riunendosi al centro. Due scintille diedero forma ad un paio di bracciali protettivi, altre due le si avvolsero attorno alle gambe per disegnare un paio di stivali dai meravigliosi decori a volute. Una tiara luccicante le cinse il capo, lasciando i suoi capelli fiammeggianti sciolti fin sotto ai fianchi.

    La scintilla di Musa la colpì al fianco destro, scorrendole sul corpo e modellando una cintura che le si allargava sull’anca con le delicate forme di un fiore di loto fucsia. Una scintilla sul petto fece fiorire una meravigliosa fascia dalle stesse forme floreali, fucsia con profili blu scuro, mentre le lunghe gambe affusolate venivano fasciate da stivali oltre il ginocchio. Due scintille colpirono i gomiti, cingendoli di bracciali sull’avambraccio e appena sotto la spalla. Un nodo di capelli fermava le onde blu della sua chioma in una coda da guerriero che le scendeva fino alle ginocchia.

    Flora venne colpita alla spalla sinistra: un groviglio di viticci le si allungò da quel punto fino a cingerle il seno, dando vita ad una fascia verde dai profili argento. Una scintilla la colpì al fianco destro, allargandosi in una piastra di forma floreale che le proteggeva l’anca quasi fino al ginocchio. Una scintilla si allargò in un bracciale sotto la spalla destra, mentre un’altra le cingeva il braccio destro dal polso fin sotto la spalla. Una coppia di scintille alle caviglie le disegnò gli stivali fino a metà coscia mentre i capelli si intrecciavano in una morbida e folta treccia, fermati sulla testa da un paio di piccole ali verdi.

    La scintilla di Aisha la colpì sulla destra, tracciando come per Flora una piastra che le proteggeva il fianco. La sua armatura era verde acqua con profili più scuri, decorata da forme a goccia. Una coppia di scintille le colpì le spalle, allargandosi sul suo petto e delineando prima una fascia sul seno poi due spalline che scendevano fino ai gomiti. Anche gli stivali, scivolati sulla sua pelle come acqua dalle caviglie, dove le scintille l’avevano colpita, erano decorati con lo stesso motivo. I suoi capelli ricci si avvolsero in treccioline fino alla sommità della testa, dove un fermaglio verde acqua li tratteneva in una cascata ondeggiante.

    L’ultima scintilla colpì Tecna alla spalla destra, tracciando il pettorale di un’armatura azzurra, dai profili fucsia e dai decori geometrici. Due scintille si avvolsero attorno ai suoi polsi, disegnando due bracciali di lunghezza diversa a proteggerle gli avambracci. Una scintilla le colpì il fianco sinistro, cingendolo con una piastra semitriangolare. Gli stivali, la cui decorazione ricordava vagamente le scaglie di un drago, le fasciarono le lunghe gambe, mentre i capelli si allungavano in un ciuffo vaporoso che le attraversava la fronte, fermati sulla sinistra da un fermaglio appena sopra l’orecchio.

    Un ultimo cerchio d’onda si allargò dalla reliquia, colpendole nuovamente all’unisono: dietro di loro si allungarono due coppie di ali variopinte la cui forma ricordava quella del monile stesso, grandi e luminose, il cui colore richiamava quello delle armature.

    Ad un gesto di Hesperia ogni cosa attorno a loro sparì e le Winx si trovarono all’improvviso a fluttuare nel cielo sopra Selvafosca.

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    Edited by i k u - 13/2/2023, 13:44
     
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    - Incredibile…
    Le Winx si concessero qualche istante per valutare la loro nuova trasformazione, ammirando la lucentezza delle loro armature e i colori brillanti delle ali che avevano guadagnato.
    - Questa armatura non mi fa sembrare uno Specialista, vero?- mormorò Stella tastandosi preoccupata le spalline. Le sue parole strapparono un timido sorriso a Bloom, il cui volto era ancora un po’ umido di lacrime.
    - Dubito che qualcuno potrebbe compiere un simile errore...- rispose Musa, la lunghissima chioma che si increspava nel vento come uno stendardo. Era strano avere un nuovo potere addosso… Aisha si guardava le mani come se si aspettasse di far comparire qualcosa da un momento all’altro e Tecna osservava con occhio clinico le linee della sua armatura.
    - Speriamo che questo nuovo potere basti davvero a sconfiggere Taleia...
    - Perché, non dovrebbe?- domandò Flora, incerta.
    - Indossiamo il potere di una ninfa, dopotutto!- esclamò Aisha con una giravolta, mostrando le sue meravigliose ali verdi.
    - Allora… Nymphix?- buttò lì Bloom senza troppa convinzione. Stella le sorrise con tenerezza.
    - Oh tesoro, ti voglio tanto bene ma il compito di battezzare le trasformazioni lascialo a me, che ne dici? Non si chiama Nymphix… il suo nome è Hesperix!
    Le altre sorrisero con lei: era bello essere fuori da quella grotta, lontane da tutte le prove e illusioni, con in mano un nuovo potere che avrebbe salvato Faragonda.
    - Abbiamo guadagnato l’Hesperix!- esclamò Bloom – Niente ci può fermare!

    Volarono con determinazione al di sopra di Selvafosca fino ai cancelli della scuola: il sole stava calando dietro la torre principale. Nell’attraversare la barriera di Alfea, però, vennero assalite da una strana sensazione.
    - È come se ci fosse un’atmosfera diversa… come se mancasse qualcosa...- osservò Flora guardandosi attorno. Le altre annuirono.
    - È Faragonda- rispose con sicurezza Tecna – la sua presenza fa parte di questo posto tanto quanto l’edificio. Spero solo che Griffin non abbia detto niente alle studentesse.
    La scuola era deserta e silenziosa. Nell’attraversare il corpo centrale dell’edificio si imbatterono in un’unica figura vestita di bianco, in piedi appena fuori dallo studio di Faragonda: era Madame Meanna.
    - Griffin aveva detto che sareste tornate...- mormorò nervosamente la donna, lo sguardo che guizzava tra loro e la porta chiusa - ...ma credo che dovreste aspettare il suo ritorno. Certamente...- le scappò un suono a metà tra una risatina e uno sbuffo, colmo di amarezza - … io non sarei in grado di aiutarvi.
    Sembrava molto diversa dalla donna che avevano visto a lezione.
    - Abbiamo ottenuto il potere di Hesperia e possiamo fermare Taleia!- esclamò fiduciosa Bloom. A quelle parole Meanna si voltò di scatto verso di loro, come se le avesse viste davvero solo in quel momento. L’insegnante le fissò in silenzio per quella che sembrò un’eternità poi distolse lo sguardo.
    - Io sono qui solo perché l’ho promesso a Faragonda: il mio dovere è proteggere le studentesse. Credete di avere il potere necessario? Molto bene. Io non metterò piede in quella stanza.
    E detto questo voltò loro le spalle, allontanandosi di qualche passo. Le ragazze si guardarono sbalordite, sconvolte dalla sua schiettezza.
    - Come se le avessimo chiesto aiuto...- mormorò Musa, guardandola di sottecchi.
    - C’è qualcosa di strano, in lei, come un’energia negativa...- osservò Stella, dubbiosa - ...quasi come se fosse… come una strega.
    - Credi che Faragonda avrebbe assunto una strega per sostituire mia sorella?- le chiese Bloom, incerta. Il sesto senso di Stella aveva funzionato, nella grotta: forse Meanna era da tenere d’occhio?
    - Sappiamo troppo poco di lei- commentò Tecna con il suo solito senso pratico – dovremmo chiedere qualcosa di più su di lei a Faragonda e Griffin.
    - Ragazze, e se Faragonda...- mormorò incerta Flora, la mano sulla maniglia dello studio della preside. Le altre si zittirono immediatamente. Ricordavano fin troppo bene le parole con cui le aveva accolte Griselda: la donna non stava bene.
    Entrarono in silenzio, quasi temessero che una sola parola potesse infrangere l’incantesimo di Griselda. Erano ancora là, le due statue, immobili a fronteggiarsi. Entrambe erano molto cambiate dall’ultima volta che le avevano viste: il colore scuro dell’effigie di Faragonda era ormai solo una vaga ombra sul suo corpo emaciato e la statua cristallina di Griselda aveva quasi recuperato tutto il suo colore originario.
    Quanto tempo era passato da allora? Quanti giorni avevano trascorso in quella grotta? Bloom non avrebbe saputo dirlo.
    - Attenzione!
    Era stata Musa a gridare: le due statue avevano iniziato a battere le palpebre.

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    Edited by i k u - 13/2/2023, 13:45
     
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    Il corpo di Griselda cadde a terra come una marionetta alla quale avessero tagliato i fili, facendole trasalire, e lì rimase, immobile. La statua di Faragonda riprese vita più lentamente sotto gli occhi attoniti delle Winx, completamente prese alla sprovvista, e sorrise loro con quella sua espressione agghiacciante.
    - Vedo che siete ancora qui… dove eravamo rimaste? Oh, ma guarda, vedo che siete andate a trovare Hesperia! Scommetto che porta ancora rancore per quello che le ho fatto!
    - Libera Faragonda, Taleia! È il nostro potere che vuoi!- gridò Bloom, muovendo un passo verso di lei. La sua sola vicinanza sfigurò i lineamenti della preside: sotto l’illusione di una Faragonda sorridente si intravedevano sia le linee del suo viso emaciato sia le fattezze di Taleia stessa.
    - Questo ve lo concedo, i vostri poteri sembrano molto allettanti… e io ho un disperato bisogno di reincarnarmi in qualcuno! Perché non mi mostrate chi di voi è la più forte?
    Di fronte a quel tono noncurante Musa non seppe resistere: il suo braccio si mosse quasi da solo, lanciando una freccia di luce fucsia verso la ninfa.
    - Canto di Forza d’Animo!- gridò, dando voce al potere che le si agitava dentro. Il colpo si allargò sul corpo di Faragonda come acqua, scuotendolo e strappandole un grido.
    - Accidenti!
    Incoraggiate da quella reazione di Taleia le ragazze si concentrarono su quel nuovo potere.
    - Libera Faragonda, mostro! Bagliore d’Abnegazione!- esclamò Stella, gettandosi sull’avversaria. Aisha era pronta alle sue spalle: con un colpo d’ali fu su Faragonda, sfoderando il suo nuovo colpo.
    - Onda di Lealtà!
    I due raggi colpirono la donna a brevissima distanza, facendola cadere a terra. L’illusione della forza di Faragonda, a quel punto, si era dissolta del tutto.
    - Siete sicure- inziò la ninfa rialzandosi – che sia nel vostro miglior interesse accanirvi su questo corpo?
    - Ferme!- esclamò Bloom, allargando le braccia per bloccare l’impeto di Tecna e Flora dietro di lei. Taleia parlava con la voce di Faragonda e Bloom non poteva ignorarlo.
    - Non possiamo continuare a colpirla…
    Aisha atterrò al suo fianco: - Hai un piano migliore? Perché non credo che...
    - Attente!
    Stella si gettò su di loro, mandandole a sbattere contro la porta. Un secondo dopo una raffica di lame di ghiaccio colpì il pavimento nel punto esatto in cui si trovavano prima: Taleia era passata al contrattacco. Alcuni frammenti rimbalzarono su di loro, fermandosi per fortuna sulle armature di Hesperia.
    - Cercate di evitare i suoi attacchi! Guadagnate tempo!
    Lo studio non era sufficientemente grande per permettere loro di prendere il volo e per qualche minuto l’aria fu piena di lame di ghiaccio e fate che cercavano di scappare. Era così strano vedere Faragonda alle prese con una magia tanto offensiva… i movimenti dei suoi polsi e delle dita erano velocissimi ed estremamente precisi, uno spettacolo che Bloom avrebbe potuto trovare quasi affascinante se non stesse minacciando lei e le sue amiche.
    - Ci serve un incantesimo di protezione o di blocco… un sigillo!
    Flora si avvicinò coraggiosamente alla donna, entrambe le braccia protese nella sua direzione.
    - Bocciolo del coraggio!
    Il dardo di luce verde colpì la donna come una vera freccia, allargandosi in quell’effetto che contraddistingueva l’Hesperix e dando vita ad una serie di bagliori a forma di foglia che si allargarono su tutto il suo corpo. Ancora una volta quello di Flora era l’incantesimo più pacifico: Faragonda rimase immobile, lo sguardo che saettava con rabbia tra un bagliore e l’altro.
    - Credo che questo possa bloccarla...- mormorò faticosamente la fata della natura, le braccia sempre protese verso la nemica – Bloom, dobbiamo agire adesso!
    Le Winx chiusero un cerchio attorno alla ninfa.
    - Questi colpi sembrano efficaci ma se uniamo le nostre forze… tentiamo una convergenza.
    Si presero tutte per mano. Perfino Aisha e Musa, ai lati di Flora, riuscirono ad allungarsi per intrecciare le loro dita alle sue. Chiusero gli occhi.
    - Canto di Forza d’Animo!- iniziò Musa, il corpo che iniziava ad emanare una fortissima luce.
    - Bagliore d’Abnegazione!- la luce di Stella si unì a quella dell’amica.
    - Lampo di Giustizia!- gridò Tecna, scatenando per la prima volta il suo potere Hesperix.
    - Onda di Lealtà!- urlò Aisha.
    - Fiamma di Dedizione!- Bloom chiuse il cerchio con la sua luce e ogni cosa diventò bianca. Al centro, sopra la testa di Faragonda, era comparsa la Fiamma di Zaffiro, la reliquia di Hesperia. Le Winx la guardarono fluttuare verso le braccia protese di Flora ma poi…
    - Basta così…
    Tutta la loro luce fu spenta di colpo, i loro corpi spinti all’indietro da una forza inaspettata. Si ritrovarono per terra, nella penombra dell’ufficio, a fissare la sagoma emaciata di Faragonda circondata dall’aura fiammeggiante di Taleia.
    - Non vi avevo forse detto di non accanirvi?
    La voce era quella della ninfa, disinvolta in maniera inquietante. Bloom cercò di rialzarsi ma una forza misteriosa la trattenne.
    - Vedo che non mi avete presa minimamente sul serio. Peccato, per colpa vostra dovrò uccidere Faragonda.
    Non ebbero neanche il tempo di reagire. Prima che potessero anche solo formulare un pensiero coerente anche la loro amata preside era caduta a terra, come una marionetta al quale avessero tagliato i fili.

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    Edited by i k u - 13/2/2023, 13:45
     
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    BbVABfM

    Il silenzio nella sua mente era così assordante che Bloom avrebbe voluto urlare per riempirlo ma nessun suono le usciva dalla bocca. Rimase lì, sul pavimento, in silenzio, lo sguardo fisso sulla sagoma immobile di Faragonda.
    - Del resto ormai, nonostante il suo potere, era vecchia.
    L’ultima luce del tramonto delineava il profilo del suo volto anziano, le braccia abbandonate lungo i fianchi, i capelli che nella caduta avevano perso la loro forma e le davano un’aria in qualche modo più giovane.
    - Adesso che sono libera di reincarnarmi voglio un corpo giovane!
    Stella era stesa accanto a lei sul pavimento. Occhi socchiusi, guance già rigate di lacrime, un sussulto ritmico che ne sconvolgeva il corpo sottile. Bloom poté solo allungare una mano verso di lei e poggiargliela sui capelli biondi.
    - Ma sono molto delusa e non prenderò nessuna di voi. Pensare che i poteri di Hesperia bastassero a sconfiggermi… è proprio vero che non insegnano più magia come una volta.
    Una mano dalla pelle bianchissima si era posata sulla sua. Lacrime trattenute brillavano negli occhi scuri di Musa, il volto una maschera di dolore mentre cercava negli occhi di Bloom una risposta che lei non aveva.
    - Del resto basta guardarvi per capire che se anche Hesperia vi avesse donato quel potere voi non sareste state in grado di usarlo.
    Finalmente Bloom riuscì a metterla a fuoco nella penombra dell’ufficio. Si muoveva per la stanza come se le appartenesse, come se le sei fate che in quello studio ancora respiravano non fossero niente più che mosche, per lei. Si voltò verso di loro e mosse qualche passo nella loro direzione, passando attraverso il corpo di Faragonda, un’aura scintillante e quasi dolorosa da guardare.
    - Ve la insegnerò io una cosa.
    Bloom aveva visto fare quel gesto a Flora innumerevoli volte: la fata della natura si portava la mano alla bocca e l’apriva, soffiandovi sopra e sprigionando in genere una nuvola di polline dorato o di verdi spore luccicanti che davano vita a qualcosa di delicato e meraviglioso.
    Il soffio di Taleia non fece altro che sollevare un maleodorante fumo grigio che le circondò facendole tossire e lacrimare ancora di più, poi un bagliore soffuso avvolse i loro corpi: sotto i loro occhi doloranti la trasformazione di Hesperia svanì, lasciandole con i vestiti che indossavano quando erano partite.
    - Ti comando di fermarti, Taleia!
    Le porte dello studio si aprirono e una luce fortissima invase la stanza: Saladin e Griffin erano arrivati.
    - Mi comandi?
    Sfida e divertimento si mescolavano nella voce della ninfa mentre si avvicinava ai suoi nuovi avversari.
    - Sarai anche una ninfa di Magix ma sai bene a chi appartengono le scuole di magia. Le giuste parole possono tenerti molto, molto lontano da qui.
    - Oh, Alfea non mi interessa più… pensavo che le incredibili Winx potessero darmi un corpo accettabile ma è chiaro che nessuna di loro vale granché. Però…
    Si voltò di nuovo verso di loro, come ricordando la loro esistenza, e la sua espressione era tale che per un momento nessuno si mosse.
    - ...sono curiosa di vedere come gestirete il mio regalino.
    - Tu te ne andrai da Alfea, Taleia, e lascerai in pace queste ragazze.
    - E cosa me lo impedirà?
    - Noi te lo impediremo!
    Bloom aveva assistito alla scena con il distacco di chi non ha più alcun controllo sulla situazione ma nel sentire quella voce fu come se la stanza si fosse di colpo illuminata di nuovo: una fila di sagome nell’uniforme blu di Fonterossa si era miracolosamente materializzata alle spalle di Griffin e Saladin.
    - Mi piacerebbe vedervi provare...- iniziò Taleia, muovendo le mani in ampi cerchi davanti a sé. In quel momento Saladin alzò il suo bastone e pronunciò una parola che Bloom non riuscì a capire.
    - Portatele in salvo!- gridò Griffin. Le sue mani avevano iniziato ad emanare bagliori dorati e gli Specialisti, alle sue spalle, fecero un passo avanti. Confusa, Bloom guardò la preside lanciare delle sfere di luce in contemporanea verso le sue compagne e i ragazzi di Fonterossa.
    Davanti ai suoi occhi coloro che venivano colpiti dalle sfere sparivano nel nulla.

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    Edited by i k u - 13/2/2023, 13:46
     
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    eK8gp87

    Le lenzuola erano sbagliate.
    Stella si rigirò un paio di volte, strofinò la faccia sul cuscino, gemette.
    Anche il cuscino era sbagliato.
    Possibile che fosse così difficile avere le cose giuste? Non era già abbastanza triste?
    Aprì lentamente un occhio e si guardò intorno di malavoglia. Essendo sdraiata su un letto si era aspettata una camera da letto, forse una stanza d’albergo... ma il luogo in cui si trovava non era nessuna delle due cose: le pareti erano coperte di diavolerie elettroniche, il tavolo in un angolo della stanza trasbordava di cavi e attrezzi vari, al punto che alcuni erano scivolati sul pavimento, e non era sola nella stanza.
    - Timmy, naturalmente...- si lamentò, sprofondando di nuovo con la testa nel suo cuscino sbagliato.
    - S-Stella!- sobbalzò il ragazzo che, dandole le spalle, non si era accorto che si fosse svegliata – stai bene?
    - Starei meglio se questo fosse il mio letto e non una brandina piantata a caso in un laboratorio. Come fai a dormire in una cosa simile?
    Il ragazzo non rispose e la fata si girò nella sua direzione, incerta. Anche l’espressione sul volto di Timmy era incerta e i suoi occhi erano un po’ più lucidi del normale. Stella si morse le labbra e tornò a nascondere la faccia nel cuscino.
    Ma non c’era modo di nascondersi da ciò che era successo.
    Dopo qualche istante la ragazza sentì che Timmy si rimetteva al lavoro e per un po’ cercò di concentrarsi solo sui suoni che sentiva.
    Invano.
    Si voltò di nuovo verso la schiena del ragazzo.
    - Cos'è successo?
    Lo Specialista esitò, guardandola da sopra la spalla senza girarsi completamente.
    - Che cosa ricordi?
    - Ricordo quello che Taleia ha fatto a Faragonda, se è quello che mi stai chiedendo, ma poco altro. Come mai sono finita qui?
    Il ragazzo si voltò completamente verso di lei e sospirò.
    - Dunque... Saladin aveva iniziato a preoccuparsi per quello che sarebbe successo dopo il risveglio di Taleia e ha pensato di riunire gli Specialisti ma prima che potessimo organizzare qualcosa di decisivo abbiamo ricevuto l’ordine di Griffin di correre ad Alfea, dove l’unica cosa che siamo riusciti a fare è stata... beh, farci teletrasportare in giro da lei con membri a caso del Winx Club, suppongo. Credo che nella fretta del momento abbia solo pensato alla sicurezza di voi ragazze, per questo tu sei finita con me e Tecna... chissà dove- terminò con una punta di tristezza, voltandosi di nuovo verso il computer e tornando a digitare. Anche Stella tornò a stendersi sulla brandina di Timmy.
    - Vorrei tanto essere a Solaria...- piagnucolò la ragazza.
    - Beh, io vorrei tanto sapere che fine ha fatto la mia ragazza e come mai non riesco a contattarla- replicò amaramente Timmy senza smettere di battere sui tasti.
    - E Brandon...- mormorò la ragazza mentre gli occhi le si riempivano di lacrime – Vorrei tanto che Brandon fosse qui...



    Incenso.
    Perché qualcuno avrebbe dovuto voler bruciare dell’incenso? Annebbiava la mente e confondeva i sensi. Era una scelta illogica.
    - Tecna?
    Era un domanda? Non poteva esserlo: quale domanda è formata da una sola parola? E se non lo era, perché quel tono interrogativo? Aprì gli occhi e la prima cosa che vide fu un piccolo giardino zen, con tanto di bonsai e una minuscola sorgente gorgogliante. Ma i microbi? I parassiti sull’acqua? La sabbia bianca che si spandeva ovunque?
    E poi chi avrebbe pulito?
    - Tecna, lo so che sei sveglia, riesco a sentire i tuoi pensieri da qui…
    Quindi alla fine era una domanda. La ragazza si alzò a sedere e si guardò intorno. Helia era in piedi, braccia incrociate e schiena poggiata alla parete.
    - Come fai a vivere in questa stanza?
    C’erano cose dappertutto.
    Fogli coperti di schizzi ricoprivano le pareti, pile di libri ingombravano il pavimento, foto di Flora erano attaccate… beh, praticamente ovunque, e i più svariati oggetti ingombravano le mensole sopra il letto: conchiglie, piume, una maschera variopinta… a Tecna venne mal di testa solo a guardarle. Helia la guardava divertito.
    - È la mia stanza, ci sono le cose che mi piacciono. Come ti senti?
    La fata della tecnologia chiuse gli occhi per concentrarsi sulle percezioni del suo corpo ma all’improvviso un’informazione archiviata in un angolo della sua mente la colpì.
    - Faragonda è morta, vero?
    Il volto di Helia perse tutta la luce in un istante e il ragazzo annuì una sola volta. D’improvviso Tecna sentì come se qualcosa le si fosse attaccato al cuore, qualcosa di pesante e oppressivo, che stringeva e soffocava.
    - Siamo state avventate. Dovevamo pensarci meglio. Ci siamo buttate nella battaglia senza un piano, senza provare i nostri poteri, senza nemmeno-
    - Shhh, Tecna…
    Senza neanche accorgersene le sue mani si erano strette in due pugni che Helia stava tentando di aprire con delicatezza.
    - Stai piangendo…
    - No, non è vero, non sto piangendo.
    La sua voce era ferma, calma, ma sul suo viso, se ne rese conto solo in quel momento, scorrevano lacrime cocenti. Perché? Non sentiva nessun dolore, c’era solo quel… quel peso, dentro di lei. Helia la stava fissando con occhi tristi, una mano sulla sua spalla. Qualcosa sembrava sbagliato, in quella scena, ma la sua logica non riusciva ad individuarlo. Alzò il viso verso lo Specialista e lesse nei suoi occhi un’inquietudine che non seppe decifrare.
    - E adesso?
    Il ragazzo sospirò.
    - Il timore della preside di Torrenuvola è stato confermato: Taleia è in cerca di un corpo di cui impossessarsi. Non c’è troppo da fidarsi delle sue parole, se pensa che una di voi sia una possibile candidata non si fermerà davanti a niente. Per questo Saladin e Griffin ci hanno affidato un’unica missione: tenervi al sicuro.

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    Edited by i k u - 13/2/2023, 13:46
     
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    Aisha si svegliò di soprassalto con un grido.
    Era stata una nottata tremenda, una di quelle in cui non riusciva a sognare che di invasione, attacchi improvvisi e tradimenti. I volti colmi di dolore dei suoi genitori sembravano fissarla ancora dal fondo di quei sogni, stringendola in una morsa di tensione. Si passò una mano tra i ricci umidi di sudore, inspirando profondamente per riprendere fiato. Qualcosa, tuttavia, le sembrava fuori posto, in quell'oscurità ovattata.
    - Ti sei svegliata…
    Era una voce familiare ma il suo cervello le ordinò comunque di saltare in piedi: scivolò giù dal letto in un secondo e fu pronta a fronteggiare l’intruso.
    - Sono Sky. Sei nella mia camera.
    - Oh.
    Il ragazzo accese la luce e si lasciò cadere pesantemente sulla sedia della scrivania con un sospiro. Fu quel suono a riconnettere Aisha con la realtà: all’improvviso capi il perché di quei sogni.
    - Taleia ha ucciso Faragonda…- mormorò, con lentezza e deliberatamente, quasi stesse mettendo il mondo a fuoco con quelle parole cosi orribili. La memoria amara dei sogni di quella note svanì, lasciando lo spazio ad un violento senso di urgenza.
    - Cosa facciamo adesso?
    Sky aveva il volto nascosto tra le mani e non le rispose.
    - Sky?
    Quando il ragazzo alzo la testa la fata notò i suoi occhi: rossi e cerchiati da occhiaie scure.
    - Cosa vorresti fare?- le chiese a sua volta, con voce roca e il tono di chi ha appena passato una notte insonne.
    - Attaccare Taleia, naturalmente, di nuovo e senza pietà.
    A quelle parole Sky rise, un suono roco e inquietante che le fece salire un brivido lungo la schiena.
    - Attaccare Taleia. Pensavo che l’aveste appena fatto.
    - Certo ma ora che l’abbiamo incontrata sappiamo com'è e possiamo…
    - Possiamo cosa, Aisha?
    Non che avesse parlato spesso con il principe Sky da quando aveva conosciuto Bloom ma Aisha non se lo ricordava così cinico: le sue parole erano più affilate di quanto le piacesse ammettere.
    - Non posso credere che tu riesca a restare qui senza far niente, Sky!
    Fu il turno del ragazzo di passarsi una mano tra i biondi capelli.
    - Ho appena passato la notte litigando con il mio comandante a proposito dell’allarme che ho dovuto lanciare su Heraklyon e Domino a seguito dell’attacco di Taleia e non ho idea delle condizioni di Bloom perché l’incantesimo di Griffin rende impossibile localizzarla. No, Aisha, nemmeno io ho voglia di restare qui a far niente ma non vedo cosa si possa fare in una situazione come questa.
    - Perché non prendi in prestito l’esercito di Heraklyon per attaccare Taleia?
    - A cosa credevi fosse dovuto il litigio con il mio comandante, Aisha? Non c’è niente da fare, l’esercito di mio padre ha ricevuto l’ordine di proteggere il pianeta e i suoi abitanti. Del resto credo che sia la mossa più sensata, con una minaccia simile in giro…
    - Forse potrei chiedere a mio padre…
    - Aisha, ma non capisci? La priorità di tuo padre sarà la stessa del mio: proteggere il suo popolo. Credi forse che un re potrebbe lasciare senza protezione un intero pianeta quando il potere malefico di una ninfa è in giro senza controllo? E lo stesso vale per Solaria, o Domino, o qualunque altro pianeta di Magix. Dovremo trovare altri modi per combattere questa battaglia.





    - Flora.
    La ragazza considerò per un istante la possibilità di alzarsi.
    - Flora.
    Quella che la chiamava era una voce insistente e poco familiare. Cos’avrebbe potuto volere da lei? Rifiutò di muoversi.
    - Lo so che sei sveglia. Avanti, alzati.
    Flora lasciò filtrare un barlume di luce tra le ciglia, quel poco che bastava per guardarsi intorno. Nulla di ciò che la circondava le era familiare: le pareti coperte di poster, il soffitto ricurvo, l’odore di un dopobarba che non conosceva… e Nex, che sedeva scompostamente su una poltroncina accanto a lei.
    - Guarda che ti ho vista sai. Lo so che hai ripreso i sensi.
    Come faceva ad esserne cosi sicuro? Flora si sentiva la testa piena di ovatta. Apri gli occhi con attenzione, lasciando che si abituassero alla luce, ma si rifiutò di guardare in faccia il ragazzo.
    - Brava, proprio cosi.
    Una parte di lei, una minuscola, piccolissima parte di lei che non era ancora andata in frantumi, ebbe per un attimo l’impulso di alzarsi e rispondere a tono. Era così arrogante, così odioso. Chi si credeva di essere? Nel momento stesso in cui aprì la bocca per replicare, però, quello stesso impulso si dissolse come una goccia d’inchiostro nell’acqua.
    Che senso avrebbe avuto?
    - Flora. Sono serio. Alzati in piedi.
    C’erano delle scene, nella sua mente, scene che giravano ancora e ancora, come in loop: le lacrime di Stella, l’urlo tremendo di Aisha, le braccia di Bloom disperatamente tese verso il corpo della preside.
    - Com'è potuto succedere?
    La sua voce era cosi roca che per un attimo nemmeno lei la riconobbe.
    - È successo e basta.
    I suoi occhi cercarono increduli quelli di Nex.
    - Successo e basta?
    - Hai capito cosa volevo dire.
    - Una delle persone che più stimo al mondo è appena morta- replicò Flora rocamente - No, Nex, non capisco cosa volevi dire.
    - Credi che non la stimassi anche io? Volevo solo dire che non ha senso chiedersi perché le cose siano andate cosi.
    Gli occhi le bruciavano tremendamente. A quel punto si sarebbe già aspettata di scoppiare a piangere ma evidentemente aveva già versato tutte le sue lacrime perché anziché inumidirsi gli occhi sembravano farsi ogni secondo più secchi.
    - Dovresti alzarti.
    - E perché?
    - Perché qualunque cosa e meglio del restare li sdraiata a pensare a quello che e successo. Come stai facendo tu.
    - Qualunque cosa?
    Lo sguardo di Flora incrocio di nuovo quello del ragazzo, colmi di sfida.
    - Ed esattamente che cosa dovrei fare?

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    Edited by i k u - 13/2/2023, 13:47
     
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    DVI7Gp9

    Per un attimo ebbe l’impressione che qualcuno stesse suonando il pianoforte.
    - Mamma…?
    La sua mente era ancora persa nei fumi del sonno, confusa, annebbiata. Sbatté le palpebre, cercando di mettere a fuoco il mondo. Il letto nel quale aveva dormito era circondato da una cortina di tende. Aveva ancora addosso i vestiti da viaggio con i quali aveva lasciato Alfea prima della missione a Roccaluce. Quanto tempo era passato?
    Scivolò giù dal letto e fuori dalle tende in una stanza che non aveva mai visto. Sembrava quella di una ragazzina, con pareti bianche ma decorata in ogni angolo con fiori azzurri e dorati. Una grande finestra a bovindo si apriva su un parco e sulla finestra, intento a guardare fuori, sedeva Brandon. La musica che aveva sentito veniva da un dispositivo poggiato sul davanzale davanti a lui.
    - Brandon…
    Il ragazzo si voltò, sul volto un’aria assente: - Ti sei svegliata. Come ti senti?
    - Mmmmh...
    La ragazza non sapeva come rispondere. Nella sua mente risuonavano ancora le parole di Taleia, affilate e dolorose. E Faragonda... Musa strinse i pugni. Come si sentiva? Non lo sapeva e forse non lo voleva nemmeno sapere. Sentiva solo addosso una specie di ombra, una malinconia simile a quella che aveva provato quando era morta sua madre ma per fortuna molto meno soffocante.
    - Dove siamo?
    - L’incantesimo di Griffin era fatto in modo da portarci nel posto che considero più sicuro: siamo su Naucratis, la luna di Heraclyon dove sono nato. Non credo che quella strega possa raggiungerci, qui.
    L’espressione seria di Brandon le sembrò in qualche modo fuori posto su quel volto sempre sorridente. Anche la musica, per quanto meravigliosa, stonava un po’ con il carattere del ragazzo per come lo conosceva lei. Forse Stella avrebbe saputo interpretare meglio quello sguardo ma...
    - Dove sono le altre?
    Il ragazzo alzò le spalle.
    - Se l’incantesimo ha agito anche su di loro suppongo siano tutte al sicuro in giro per la Dimensione Magica. Griffin non è stata a guardare le coppie che faceva ma con un po’ di fortuna anche Stella sarà da qualche parte in compagnia di uno Specialista... che non sono io.
    - Ma staranno bene?
    Poco le importava che per lei non ci fosse più nessuno Specialista: in quel momento e di fronte a quella perdita avrebbe voluto solo essere con le sue compagne. Il ragazzo al suo fianco sospirò.
    - Tutto ciò di cui sono sicuro è che eravate tutte in piedi quando siamo arrivati e nessuna di voi sembrava ferita ma se quella donna vi avesse fatto un incantesimo potremmo non conoscerne mai gli effetti...
    Musa sbiancò.
    - Lo ha fatto, appena prima che voi arrivasse! Ci ha soffiato qualcosa addosso, una specie di nuvola nera che ha sciolto la trasformazione...
    - Concentrati, senti qualcosa?
    La ragazza si guardò le mani, si tastò le guance il preda al panico. Non sentiva niente di strano ma...
    - Guardami, ti sembro... diversa? C'è qualcosa che non va in me?
    Il ragazzo la guardò per qualche istante poi scosse la testa, l’espressione ancora più seria di prima.
    - Ma anche così... chi ci assicura che non si tratti di un incantesimo a lungo termine?



    Fu una scossa nella sua mente a svegliarla. Scattò a sedere sul letto, come una molla, la fronte coperta di sudore, la pelle caldissima.
    - Bloom…
    Daphne si allungò per prenderle una mano tra le sue. Era abituata a vederla raggiante, splendente per la gravidanza, bellissima: occhiaie scure le cerchiavano gli occhi rossi e la sua bella pelle candida aveva un’aria quasi malsana. Bloom rabbrividì.
    - Cos’è successo?
    La sorella non le ripose, limitandosi ad abbassare gli occhi. Dietro di lei, sulla porta, comparve Thoren, che salutò la cognata con un timido sorriso.
    - Bloom, è bello vederti aprire gli occhi...- mormorò il ragazzo avvicinandosi - Hai dormito per un giorno intero…
    - Cos’è successo?- ripeté Bloom, gli occhi che saettavano tra i due. Thoren aveva posato entrambe le mani sulle spalle della giovane moglie mentre Daphne sembrava evitare deliberatamente lo sguardo della sorella.
    - Daphne…? Il bambino…?!
    Eppure il suo ventre era ancora tondo e gonfio come quando l’aveva vista l’ultima volta.
    - No no no!- si affrettò a rispondere il ragazzo – Grazie al cielo il bambino sta benissimo e mancano pochi giorni al suo arrivo! Non preoccuparti…
    - Allora cosa...- e poi si interruppe.
    L’immagine era lì, stampata dietro le sue pupille: la silhouette di Faragonda sul pavimento. Gli occhi rossi di Daphne erano la risposta alla domanda che non avrebbe mai avuto il coraggio di porre.
    - Taleia.
    Daphne scoppiò a piangere.
    - Tesoro...- cercò di consolarla Thoren, inginocchiandosi davanti alla poltroncina su cui era seduta e posandole le mani sulle ginocchia.
    - Mi dispiace così tanto… Se io fossi stata ad Alfea forse questo non sarebbe successo, forse Faragonda...
    - C’era Griselda con lei- le ricordò debolmente Bloom, trattenendo le lacrime al pensiero del sacrificio della donna – nemmeno lei ha potuto fare niente… stiamo parlando del potere di una ninfa, dopotutto…
    - Ma anche io ero una ninfa!- pianse Daphne, strappando le mani dalla presa del marito per nascondere il viso sconvolto dietro di esse – Avrei dovuto sentire che stava succedendo qualcosa, avrei dovuto accorgermi che qualcosa non andava in lei quando mi ha chiamata l’ultima volta! Sarei dovuta restare…
    Le sue parole erano a malapena comprensibili tra i singhiozzi sempre più disperati. Thoren era il ritratto del dolore.
    - Tesoro… so quanto eri affezionata a lei ma non puoi darti la colpa di quanto è successo. Non fa bene né a te né al bambino e tu sei sveglia da troppe ore. Ora che sei riuscita a parlare con Bloom forse riuscirai a riposare un po’…?
    Bloom si sforzò di sorridere alla sorella.
    - Daphne… Thoren ha ragione, io sto bene ora, perché non vai a dormire anche solo un po’?
    La sua espressione resse finché la coppia non lasciò la stanza poi Bloom scoppiò in lacrime. Prima la prova di Hesperia, poi l’attacco di Taleia e ora Faragonda…
    Non voleva crederci. Non poteva proprio crederci.

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    Edited by i k u - 13/2/2023, 13:47
     
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