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Parliamo del secondo libro.
Io non l’ho comprato, infatti ci sono voluti dei mesi perché fosse disponibile in biblioteca, poi l’altro giorno finalmente l’ho letto (esatto, in un giorno solo).
Non so se si tratta della trama che è migliorata o se è solo che nulla poteva essere peggio del primo, ma diciamo che stavolta c’è poco da dire.
Come sempre lo stile è fastidioso, troppi punti, poche descrizioni, dialoghi forzati ecc…La trama è poco credibile in alcuni punti, con dettagli improbabili e forzati, come la presenza di Yukiko (un po’ di Giappone infilato a forza nella storia) e la perdita del bambino di Phebe. Le trovate stilistiche (se così si possono chiamare) sono ancora quelle: trattini ovunque, puntini a gogò e nuova entry, le frasi S C R I T T E C O S I’ P E R C H E’ S O N O M O L T O A R R A B B I A T O.
Andiamo con ordine e vediamo la trama:
Maya è sopravvissuta all'assalto di un killer. Potrebbe pensare che la notte più buia della sua vita sia ormai passata. Ma non è così, e il pericolo incombe su di lei: lo sa sua madre, una profiler che indaga disperatamente sullo psicopatico che l'ha aggredita. Lo sa suo padre, l'astronomo assassinato, che dall'aldilà cerca di parlare con "la sua bambina" per metterla in guardia. Lo sa Trent, il suo amore ogni giorno più tenebroso e sfuggente. Lo sa Maya, ossessionata da una data inquietante: 21 dicembre 2012, il giorno della profezia che si legge nelle stelle, il giorno del mondo che finisce. A complicare le cose, nella sua vita entra improvvisamente un ragazzo dai modi aristocratici e affascinanti, l'unico a conoscere il segreto di Maya. Chi è l'oscuro burattinaio dietro ogni mistero? E soprattutto, perché Maya è una predestinata? Forse la verità è tutta nei magici numeri di un quadrato...
Maya è la solita lunatica stronzetta che odia tutto e tutti, che tratta male indiscriminatamente la sua migliore amica, il suo ragazzo e sua madre, schizzinosissima nel vestire e che si butta tra le braccia del primo arrivato nonostante il suo grande amore per Trent. Nel capitolo 4 la ragazza risponde male alla madre Meg, poi gongola soddisfatta per aver saputo approfittare del suo senso di colpa per farsi comprare un sacco di vestiti nuovi. Una brava ragazza, insomma, incapace perfino di chiacchierare con le amiche: nel capitolo 33 basta un accenno alle sue presunte capacità extrasensoriali per farla infuriare e abbandonare la stanza, rifiutando perfino il conforto della migliore amica Flo (che trova finalmente il vero amore nella dolce persona di Anuragh. Evviva Anuragh!).
Trent conquista, in questo libro, qualche capitolo in più, riconfermandosi al secondo posto nella classifica “i lunatici di Maya Fox”: prima la lascia, poi la riprende, poi la lascia di nuovo per pedinarla mentre sta con un altro. I suoi capitoli sono pieni di “ti amerò per sempre”, “devo lasciarti per il tuo bene”, “non riesco a starti lontano”…che tutto sommato potrebbero anche essere credibili se scritti in modo adeguato. Invece il libro somiglia molto ad una ficcyna, non molto brillante e piena di discorsi creati al solo scopo di fornire dettagli al lettore.
La coerenza, come sempre, si spreca: Trent sparisce per settimane e Maya non esita un attimo a buttarsi tra le sue braccia al ritorno, per esempio, per non parlare poi di Meg, la madre di Maya. La nostra amatissima “non voglio che tu veda Trent, è sospetto e non mi piace” apre il libro strizzando l’occhio ad una Maya seminuda appena uscita dal letto di Trent (un momento di folle passione appena dopo essere sfuggita ad un omicidio) e lo conclude lasciando partire Maya per l’Italia con il primo venuto.
Meno sesso, grazie al cielo (anche se un momento di “passione” tra Maya e Trent è inevitabile), ma un dettaglio mi ha veramente scocciata: nel capitolo 17 Trent soffre per la lontananza di Maya, e la evoca nella sua mente. Indovinate quali sono i suoi primi pensieri?
“Cercò di visualizzarla. Vide i suoi seni, grandi e perfettamente rotondi. La sua pancia piatta. I capelli neri che le accarezzavano la schiena. E quel delizioso incavo, a fine schiena, dove si era fatta disegnare una piccola stellina a quattro punte.”
…da notare l’uso della e dopo il punto…non avevate dubbi, vero?
Quello che mi ha colpito di più, alla luce di tanti discorsi fatti all’epoca sul libro precedente, è stato il modo in cui questi adolescenti trattano i propri genitori. Perfino Trent, nel capitolo 84 (sono circa un centinaio, molti di una sola facciata), sputa un sacco di insulti addosso alla madre Deborah, chiamandola alcolizzata e sfigata, chiedendole “che cazzo di madre sei?” e ingiungendole di non pronunciare nemmeno il nome di Maya e di uscire per sempre dalla sua vita. Non parliamo poi del rapporto Maya-Meg!
Mentre leggevo i capitoli 36 e 66 speravo in una riappacificazione delle due: prima si fanno confidenze, poi vanno a fare shopping insieme, poi giocano con gli I-Ching…ma ogni volta Maya conclude il capitolo dicendo “hai rovinato tutto”, “quanto ti detesto”, “sei insopportabile” eccetera.
L’apoteosi si ha nel capitolo 88 dove, quando Megan acconsente a lasciar partire Maya per l’Italia, la ragazza è comunque capace di “irritarsi per il voltafaccia materno”. Ma quale voltafaccia, ma dove?
L’ultima chicca è a proposito di Phoebe…come ho già detto, la poverina ha un aborto spontaneo durante una festa in discoteca, ma quanto spazio credete che abbia la sua tragedia? Pensate che sia stato giustificato, almeno dal punto di vista medico? Credete che i suoi amici le siano stati vicini dopo questo lutto?
Voi che ne dite?
Fantastico poi l’improvvisato talento di Maya per il disegno…nel primo libro esisteva solo la fotografia, in questo la fotografia è scomparsa e lei disegna delle perfette mini-Maya, che casualmente sono le stesse che compaiono nel magazine e nel sito. Ma pensa un po'...
Edited by i k u - 2/2/2023, 19:11
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