Le parole di Iginio Straffi

Raccolta di interviste

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    L'ultimissima intervista a Straffi, uscita in occasione del diciottesimo anniversario delle Winx.
    Niente di eclatante ma siccome il web pullula di traduzioni di questa intervista fatte con i piedi ci siamo presi la briga di pubblicarla qui.


    Festeggeranno 18 anni venerdì, anniversario del debutto in Rai il 28 gennaio 2004, ma la maggiore età non le ha cambiate. Fedeli ai valori che ne hanno decretato il successo – amicizia, coraggio, positività e molto glitter – le fatine Winx oggi sono un fenomeno globale in 150 Paesi, con otto serie e quattro film per la tv, tre per il cinema, due serie animate Netflix e una con le fatine in carne e ossa (Fate: The Winx Saga). Creatore dell’impero fatato è il 56enne marchigiano Iginio Straffi, fondatore della casa di produzione Rainbow, oggi a capo di una squadra di artisti e animatori al servizio di Bloom e delle sue amiche: «Tra cartone e live action impieghiamo 250 persone. Il valore di mercato? Svariate centinaia di milioni».

    Straffi, come sono nate le Winx?
    «Mi sono reso conto, in anticipo sugli altri di vent’anni, che nel panorama dei prodotti per bambini mancavano del tutto le eroine femminili. Così mi sono deciso a lavorare su una storia che avevo scritto tempo prima, su un gruppo di aspiranti fate e le loro rivali streghe».

    Quando le ha “viste” su carta per la prima volta?
    «Ci è voluto tempo. Abbiamo iniziato con un’idea di stile che è stata la base su cui abbiamo costruito le prime animazioni e l’episodio pilota. Poi però, a distanza di mesi, ho riguardato quello che avevamo fatto e non mi è piaciuto. A quel punto abbiamo ricominciato. Era necessario rifare tutto per ottenere un prodotto che durasse nel tempo».

    Si aspettava che durasse tanto?
    «Le Winx sono state il primo progetto pianificato per durare almeno qualche anno. Ho scritto subito tre serie e un lungometraggio. Nella mia testa avevano un ciclo di vita di almeno sei anni: perché un prodotto diventi un classico ne servono almeno dieci. Oggi in alcuni Paesi il successo ha superato le aspettative. In altri possiamo fare di meglio. Nei paesi dell’ex Unione Sovietica, Russia, Bielorussia e Ucraina in testa, il successo delle Winx è paragonabile a quello che hanno in Italia. Ma andiamo benissimo anche in un paese islamico come la Turchia. Avrei aspirato a un maggior successo negli Stati Uniti».

    In 18 anni come sono cambiate le Winx?
    «Le prime serie avevano un target fra gli 8 e i 12 anni. Con il passare del tempo la crescente offerta di fiction ha attirato i bambini sopra ai dieci anni, relegando i cartoni ai più piccoli e costringendoci ad adattarci a un target 4-9 anni. Ma nella nuova serie a cartoni, che stiamo preparando, torneremo al target originario».

    E le bambine come sono cambiate da allora?
    «Una delle ragioni del successo delle Winx è stato il fatto che le bambine si rispecchiassero in eroine indipendenti, emancipate. Oggi hanno tante altre eroine cui guardare, ma noi abbiamo un vantaggio: siamo un brand riconosciuto».

    Ambiente, inclusività, liquidità sessuale: come se la cavano le Winx sui temi della generazione Z?
    «Anche qui abbiamo anticipato i tempi, includendo fin da subito nel gruppo fatine non caucasiche. Abbiamo sempre avuto un’attenzione particolare per i temi ambientali e per il mondo dei cosiddetti diversi. Sulla sessualità però non possiamo fare molto. In alcuni paesi ci tagliano le scene in cui Bloom e Sky si abbracciano, figuriamoci il resto. Nel cartone tutto deve essere molto candido, senza riferimenti sessuali. Nella serie live action possiamo fare di più».

    Proprio Fate: The Winx Saga, però, è stata accusata di “whitewashing” (la pratica per cui a un caucasico va il ruolo di un personaggio di un’altra etnia, ndr). Cosa risponde?
    «Noi abbiamo chiesto che fossero rispettate le etnie originali del cartone. In alcuni casi Netflix ha fatto scelte diverse. Ma è una polemica nata e finita subito, che riguardava un solo personaggio (la fata “latina” Musa, ndr). Mi rendo conto che oggi c’è una sensibilità esagerata su questi temi e spero si ritrovi presto l’equilibrio. Crediamo da sempre in un mondo multietnico e non pensiamo che un dettaglio possa inficiare il risultato».

    Quale il futuro delle Winx?
    «La nuova serie animata e la seconda live, su Netflix quest’anno. Entro i prossimi cinque anni sogno un lungometraggio live, primo di una serie. Nel cast attrici brave, rigorosamente non famose. E un cameo di una grande interprete. Il mio sogno? Che Helen Mirren sia preside delle Winx».

    IL MIO SOGNO. IL MIO SOGNO.
    SOGNO, non progetto, non piano nè nessuna delle cose in cui è stata tradotta questa follia.
    Straffi SOGNA di avere Helen Mirren. Niente di più.

    Se mi gira la traduco anche in inglese, così la gente smette di giocarci una volta per tutte.
     
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    Un pianeta a caso sperduto nello spazio

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    Per ora rispondo solo per ringraziare Santa iku da WCLO per aver riportato correttamente l'articolo in italiano. Grazie!
     
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    Wow quante novità 😍 sembra tutto molto interessante ❤️
     
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    Auguri di buon compleanno Winx Club! +18

    Ecco le parole di Iginio Straffi ❤️
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    Un mondo magico nella mia testa

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    Mettendo un attimo da parte le controversie e le polemiche che Winx da sempre ha scatenato, sono davvero felice per Straffi. Sono sicura che sia orgoglioso dell'impero fatato che ha creato negli anni. Da italiana appassionata di ragazze magiche e Animazione lo sono anche io. Le Winx sono state una parte importante della mia infanzia e della mia vita in generale, ed è grazie agli sforzi di Straffi and company che ho riposto le speranze in un futuro per l'animazione in Italia, senza per forza guardare in Canada, in California o in Francia.

    Per me le Winx sono delle icone, chiunque le conosce e le riconosce e hanno lasciato un segno nella cultura pop italiana. Per quanto ci lamentiamo della mancanza di continuity, dei retelling, delle trame infantili e dei cambi di grafica, sono contenta che il marchio sia ancora in vita e che continui a fruttare soldi per le tante persone che ci hanno lavorato.
    La Rainbow ha fatto tante scelte che non condivido e che critico, ma non posso non dire di essere felice per questi 18 anni. Le Winx sono letteralmente cresciute con me, ed io con loro.

    Perdonatemi per questo momento emozionale, ma questo post mi è piaciuto tanto. Grazie Angy per averlo condiviso. In mezzo alle tante interviste un po' strane e a volte anche un po' imbarazzanti per le castronerie che venivano dette (approfittando magari dell'ignoranza dei giornalisti) mi fa sempre piacere sapere che Straffi tiene comunque al suo progetto, in un modo o nell'altro.
     
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    Brevissima intervista con nessuna novità tranne tre fantastiche perle e un'informazione che non sapevo:

    “quando ho iniziato a lavorare su Winx per i maschi c'erano cartoni giapponesi e per le bambine c’erano solo sitcom con attori dal vero”
    “è il colmo, non ci sono più eroi maschili, anche quando scrivi una storia con un protagonista maschio ti chiedono di cambiarla”
    “ho scelto pinocchio perché era una favola dimenticata e considerata per adulti”

    -Straffi ha tre figlie femmine?!?!-
     
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  7. Indigo
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    Tre figlie femmine ??? Ma su Wikipedia c'è scritto che ha una sola figlia che si chiama Isotta...
    Tra l'altro, per parlare di informazioni sconosciute, io rimasi sorpresa quando, vendendo le Winx, leggevo tra i titoli iniziali che il produttore esecutivo era Joanne Lee e dopo ho scoperto che era sua moglie!!!!

    Riguardo alle tre perle:

    1) Nulla di nuovo, ripete sempre la stessa cosa. Nel 1999 c'erano già Sailor Moon, Magica Emy, l'Incantevole Creamy, Un fiocco per sognare, Pesca la tua carta Sakura, Anna dai capelli rossi, Il mistero della pietra azzurra, solo che Iginio deve portare acqua al suo mulino. D'altro canto, in quell'epoca giravano un sacco di manga per ragazze. Come mai Iginio ha creato un cartone e non un fumetto subito ? (Il cartone non lo paga lo spettatore, te lo passa la tv nazionale e arriva a più persone rispetto un fumetto che devi andarlo a vedere in un negozio per sapere che esiste e lo devi iniziare a leggere per sapere se ti piace o no. Il cartone basta guardarlo e guardare è piú immediato che leggere. E poi Iginio aveva già fatto esperienza con Tommy&Oscar)

    2) Sulla seconda perla non so che dire, ma sarà vero quello che dice o lo dice perchè vuole sembrare uno che è andato controvento quando ha deciso di creare Pinocchio and Friends ?

    3) Sulla terza perla: Pinocchio rappresenta il figlio che non sarebbe l'orgoglio di un genitore (pigro, bugiardo ecc), mentre Iginio ha deciso di farlo diventare un personaggio a misura di bambino e positivo. Dopotutto questa storia non è stata proprio dimenticata anche perchè ha avuto un sacco di trasposizioni cinematografiche ed una anche recente con Benigni.

    Ed ecco che penso sempre di piú che Iginio per avere i riflettori addosso non cerchi di portare dei contenuti, ma cerchi di eclissare tutto il resto ...

    Edited by Indigo - 24/2/2022, 23:40
     
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    Un mondo magico nella mia testa

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    CITAZIONE
    “quando ho iniziato a lavorare su Winx per i maschi c'erano cartoni giapponesi e per le bambine c’erano solo sitcom con attori dal vero”

    Le tartarughe ninja, SpongeBob e le Superchicche erano giapponesi? Ok. :urlo:

    CITAZIONE
    “è il colmo, non ci sono più eroi maschili, anche quando scrivi una storia con un protagonista maschio ti chiedono di cambiarla”

    Giretto su Netflix: Sam il pompiere (2018) The dragon prince (2019) Super Pigiamini (2019) Strappare Lungo i Bordi (2021) Il Trenino Thomas (2020) Angry Birds (2021) Big Mouth (2017- in corso) Rick and Morty (2013- in corso) Masters of the Universe: Revelation (2021) Trollhunters (2018) Baby Boss (2020) Teen Titans Go! (2019) Steven Universe Future (2019- 2020)
    Altri titoli: Spiderman (2017-2020) Bing (2018-2020)

    CITAZIONE
    “ho scelto pinocchio perché era una favola dimenticata e considerata per adulti”

    Ironico detto adesso che su internet è pieno di video meme su Pinocchio della Lionsgate e che su Netflix dovrà uscire la serie su Pinocchio di Guillermo Del Toro.
    Inoltre Collodi pubblicò Pinocchio a puntate su Il Giornale per i Bambini, Disney lo rese un classico per l'infanzia e ancora oggi, come tutte le fiabe d'autore, può intrattenere grandi e piccini. È lo stesso discorso di Alice nel Paese delle Meraviglie. Non è una storia per adulti, ma non significa che gli adulti non possano amarla e trovarci degli spunti di riflessione più maturi. Una storia è perfetta quando riesce ad attirare grandi e piccoli per motivi diversi. Pinocchio può essere trasposto in mille modi e adattamenti. E non è assolutamente una fiaba dimenticata. I classici non si dimenticano.

    Forse avevo sentito da qualche parte che avesse avuto altre figlie dopo Isotta, ma non mi ricordo più dove o se me lo sono sognata. Ad ogni modo, congratulazioni, sono felice per lui.
     
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  9. Indigo
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    Ho trovato questa recente intervista su yt ed ho pensato di condividerla con voi...

     
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    Grazie Indigo... l'avevo vista anche io ma tipo a metà della prima domanda dell'intervista senza neanche aspettare la risposta ho spento tutto.
     
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    NUOVA INTERVISTA AD IGINIO STRAFFI – Le Winx compiono 18 anni, il creatore a TPI: «Così ho ideato la storia delle fatine moderne» 💖🆕

    Colloquio con Iginio Straffi che ha dato vita alle cinque eroine colorate, conquistando il pubblico dei più giovani.

    È un successo tutto Made in Italy quello di Winx Club che compie 18 anni. Diventa, infatti, maggiorenne il fenomeno mondiale delle fatine create da Rainbow che non conosce limiti e continua ad accompagnare bambini e ragazzi in tutto il mondo. Le eroine colorate sono nate dalla penna del genio visionario Iginio Straffi. L’artista ha iniziato la sua carriera in Italia come scrittore e disegnatore in diverse riviste e case editrici, è stato tra i fumettisti di Nick Raider di Sergio Bonelli Editore. Successivamente, Straffi si è dedicato all’animazione in Francia e in Lussemburgo dove ha lavorato in diversi lungometraggi di animazione. Poi, con le Winx, tutto è cambiato. Distribuito in oltre 150 Paesi, Winx Club conta 8 serie animate televisive, due serie animate originali coprodotte con Netflix, tre lungometraggi animati, e tantissimi live show e musical internazionali. Era il 28 gennaio del 2004 quando andò in onda la prima puntata della serie italiana. Da allora niente si è più fermato. Anzi.

    Come è nata l’idea di cinque fatine?
    «Dall’osservazione del mercato del momento, per cercare di colmare delle lacune tematiche. Ci siamo resi conto che non c’erano eroine femmine. Quasi tutto il mercato del cartone animato era ad esclusivo appannaggio di eroi maschi. Abbiamo pensato di realizzare una storia con delle fate moderne che fossero delle donne senza principi azzurri che dovevano salvarle, erano (e sono) donne forti e determinate che sanno cosa vogliono. Volevamo delle donne al servizio di cause positive: aiuto dei più deboli, rispetto dell’ambiente, solidarietà, ecologia, amicizia e tanto altro. Erano – e sono – un gruppo multiculturale, sono fatine di ogni etnia. Tutto anticipando i tempi».

    Essere all’avanguardia è stata la chiave del successo mondiale?
    «Forse. Ciò che ora è scontato e banale non lo era all’epoca. Abbiamo anticipato i tempi e questo, sicuramente, ci ha ripagato. Il successo non è stato solo per la serie ma anche per i prodotti derivati che, in diversi Paesi, sono andati a ruba. In Francia e Olanda, per esempio, c’era la lista d’attesa per avere una bambola delle Winx. Lavoravo da tre anni alla scrittura e poi, nel 2004, la prima puntata è andata in onda. Ho curato tutto fin dall’inizio, ho scritto la storia con la descrizione dei personaggi e le ambientazioni. Sentivo che poteva essere qualcosa di importante».

    Merito un po’ della creatività italiana?
    «Certo, abbiamo una cura diversa nei particolari. Gli artigiani italiani si fanno riconoscere nel mondo per la cura della perfezione e per la meticolosità nei dettagli. Questa ci ha portato ad eccellere, anche se, a volte, non è accompagnata dalla capacità di promuoverci. Altrimenti, la nostra economia e l’export volerebbero. Altri Paesi, per esempio, hanno prodotti di qualità inferiore ai nostri ma una grande capacità di vendersi e promuoversi. Un’altra chiave del successo delle Winx è stato il fatto che abbiamo adattato tutto ad ogni Paese, anche le musiche e le canzoni: le abbiamo fatte proprie del posto dove veniva vista la serie. Abbiamo riadattato una decina di brani per ogni serie e tradotto un centinaio di canzoni in circa 25 lingue».

    Ci sono stati casi in cui la nazionalità originale del prodotto non era chiara?
    «Sì, all’inizio. Molti pensavano che le Winx fossero un prodotto americano. Almeno, questa era la percezione che si aveva. Qualcuno ha anche pensato che fossero giapponesi. Ma in pochi sapevano che era un prodotto tutto italiano. Ora non c’è più alcun dubbio».

    La pandemia ha dato una frenata al vostro lavoro?
    «In parte. Tutti noi abbiamo lavorato in smart working ma siamo andati avanti anche se con piccoli ritardi nelle consegne. Abbiamo avuto sicuramente delle perdite nell’oggettistica e nei gadget perché con i reparti di beni non necessari chiusi i nostri prodotti non si potevano comprare. Abbiamo invece registrato aumenti nelle visualizzazioni sulle piattaforme e, di conseguenza, un consumo di più ore dei prodotti televisivi».

    Come l’ha vissuta personalmente?
    «Come tutti. Andando al lavoro e soffrendo per le restrizioni imposte da un governo che sembrava non avesse il polso della situazione. Ricordo ancora le scene della polizia che rincorreva la gente che faceva sport in spiaggia, all’aria aperta. All’inizio c’era anche una certa isteria dovuta alla poca conoscenza del virus e alla confusione anche tra gli esperti. Con il governo Draghi invece mi sento più sicuro. Secondo me, non ha sbagliato un colpo. Poi, quando è arrivato il vaccino abbiamo tutti tirato un sospiro di sollievo. L’unica cosa che non tollero sono le manifestazioni di chi è contrario al vaccino: liberi di non farlo, ma con i loro assembramenti nelle manifestazioni non possono mettere in pericolo la salute di tutti gli altri cittadini».

    Come vede il tutto tra dieci anni?
    «Immagino che produrremo altre serie Winx, ma anche altri cartoni. Tutto per conquistare il pubblico di bambini che si rinnova continuamente. E poi altri orizzonti, come la serie live action originale prodotta da Netflix Fate: the Winx Saga. Una sfida ambiziosa che ha portato già alla conferma di una seconda stagione, a riprova del potenziale del brand Winx, orgoglio italiano in tutto il mondo. Una sfida che ha conquistato la fascia di spettatori tra i 18 e i 30 anni. La prima stagione ha registrato 58 milioni di utenti unici ed è stata una delle serie più viste nel 2021. Questo ci ha riempito di orgoglio. Con i social media, poi, siamo in contatto con milioni di follower in tutto il mondo. Abbiamo anche in cantiere la realizzazione di film con budget importanti. Quindi sempre tanto lavoro».

    Chi vede come attrici protagoniste?
    «Per Bloom, Stella, Flora, Aisha, Musa e Tecna penso a giovani attrici adolescenti che non devono essere già famose, ma che soprattutto devono avere ottime capacità attoriali e che cresceranno come le protagoniste della nostra storia. Ma un sogno ce l’ho: avere Hellen Mirren nel ruolo della preside Faragonda. Sarebbe sicuramente perfetta per quel ruolo, sembra fatto apposta per lei».

    Ha mai pensato di scendere in politica?
    «No, non attivamente anche se mi è stato chiesto diverse volte. Potrei però essere un buon consigliere di governo. Potrei portare le mie esperienze e le mie competenze lavorative a disposizione del mio Paese. È da trent’anni che giro il mondo per lavoro. Naturalmente, parlo del settore della cultura, dell’intrattenimento ma, anche, della promozione dell’Italia nel mondo».

    #Winx #WinxClub #WinxIT #WinxNews #IginioStraffi #Rainbow #RainbowSpa

    «Immagino che produrremo altre serie Winx, ma anche altri cartoni. Tutto per conquistare il pubblico di bambini che si rinnova continuamente. E poi altri orizzonti, come la serie live action originale prodotta da Netflix Fate: The Winx Saga. Una sfida ambiziosa che ha portato già alla conferma di una seconda stagione, a riprova del potenziale del brand Winx, orgoglio italiano in tutto il mondo. Una sfida che ha conquistato la fascia di spettatori tra i 18 e i 30 anni. La prima stagione ha registrato 58 milioni di utenti unici ed è stata una delle serie più viste nel 2021. Questo ci ha riempito di orgoglio. Con i social media, poi, siamo in contatto con milioni di follower in tutto il mondo. Abbiamo anche in cantiere la realizzazione di film con budget importanti. Quindi sempre tanto lavoro». – Iginio Straffi.

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    Non sono mai d'accordo quando Straffi si vanta della qualità dei prodotti italiani. Vedo molta invidia mascherata da ingenuità. Sono la prima ad essere fiera dei prodotti Rainbow e del loro successo, ma non ritengo Winx in nessun modo superiore a serie analoghe francesi, canadesi, giapponesi o statunitensi. Magari in certi punti possono equivalersi, ma mai superare. L'Italia ha fatto prodotti decisamente migliori di Winx sotto tutti i punti di vista (magari non sul fattore economico, ma quello non indica la qualità di una storia).

    Non voglio parlare troppo di politica qui perché non lo ritengo il luogo adatto. Però penso che gli imprenditori debbano semplicemente fare il proprio mestiere e farlo bene. E basta. Straffi mi pare che come capo di una grande azienda stia imparando ogni giorno a migliorare le sue esperienze, ritengo che sia giusto che vengano sfruttate dal mondo dell'intrattenimento. Però da qui ad influenzare il mondo politico... Magari ho inteso male io, ma questa è la mia opinione.

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    Un’altra chiave del successo delle Winx è stato il fatto che abbiamo adattato tutto ad ogni Paese, anche le musiche e le canzoni: le abbiamo fatte proprie del posto dove veniva vista la serie. Abbiamo riadattato una decina di brani per ogni serie e tradotto un centinaio di canzoni in circa 25 lingue

    Mi ha fatto ridere sta cosa... Non è scontato avere canzoni tradotte, ma dubito che sia stato questo fattore così "importante" il motivo del successo di Winx.
    Lo sappiamo tutti che Winx è diventato quello che è per il suo saper essere incredibilmente generico (nella maniera migliore, certo, perché se si è troppo generici non si fa successo) è per questo tutti si potevano rivedere nelle fatine. Si vanno a toccare temi talmente semplici e universali che non si può non trovare qualcosa in comune con la storia è i personaggi. Unito al character design colorato, frizzante e - parere mio- iconico, Winx era destinato alla fama in un mondo come quello degli anni 2000. Era stato progettato per esserlo. Poi c'è stato anche un po' di fortuna.
    Queste cose che Straffi elenca sono piccoli dettagli, delle ciliegine sulla torta, che non svelano realmente la ricetta che c'è stata dietro Winx. Forse perché non è altrettanto figo ammettere che in un momento in cui servivano i soldi, si è cercato in ogni modo la strada più semplice per ottenerli. Io non ci vedo nulla di male, ma l'opinione pubblica può pensarla diversamente.
     
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    Volevamo delle donne al servizio di cause positive: aiuto dei più deboli, rispetto dell’ambiente, solidarietà, ecologia, amicizia e tanto altro.

    Ma all'inizio non credo che fosse quello l'intento ... La storia dell'ecologia è venuta fuori solo dopo con la quinta stagione e la settima...queste erano le intenzioni che ha avuto Iginio dopo la quarta stagione quando ormai non sapeva piú come fare andare avanti la serie. Eppure sono curiosa di sapere la verità. Iginio deve aver avuto altri piani all'inizio per questo cartone animato, ma non ce li vuole dire. Una cosa che dò per certa è che il primo film ha fatto un mega riassunto di quello che si sarebbe potuto sviluppare in almeno altre due stagioni.
     
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    Con tutto il rispetto, trovo estremamente ripetitive le interviste di Straffi. Racconta sempre la solita favoletta secondo cui prima di Winx non esistevano serie animate con protagoniste delle supereroine/maghette che combattono, come se Sailor Moon non fosse mai esistita, e onestamente mi fastidia sempre di più.
    Concordo appieno con tutto ciò che avete detto, soprattutto sulla sopravvalutazione che Straffi ha di Winx che amiamo tutti ma sappiamo benissimo che esistono tantissime serie animate ben migliori
     
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  15. Indigo
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    CITAZIONE (sailormoon98 @ 16/5/2022, 12:59) 
    Con tutto il rispetto, trovo estremamente ripetitive le interviste di Straffi. Racconta sempre la solita favoletta secondo cui prima di Winx non esistevano serie animate con protagoniste delle supereroine/maghette che combattono, come se Sailor Moon non fosse mai esistita, e onestamente mi fastidia sempre di più.
    Concordo appieno con tutto ciò che avete detto, soprattutto sulla sopravvalutazione che Straffi ha di Winx che amiamo tutti ma sappiamo benissimo che esistono tantissime serie animate ben migliori

    Concordo, propone agli intervistatori la solita minestra riscaldata...ma il bello é che va tutto fiero del suo prodotto come se fosse qualcosa di super originale, quando sappiamo che é una pseudo copia di Witch, Sailor Moon e Harry Potter. Poi il successo le Winx non lo hanno avuto solo per la storia di questo regno perduto, ma perché le bambine tendevano molto ad identificarsi con le loro beniamine, ad imitarle e tutto il resto anche dal punto di vista di affettività verso il personaggio o come modello da seguire...Flora, Bloom e Stella erano le piú gettonate...poi ci mette sopra che lui voleva trasmettere valori di amicizia, solidarietà, ecologia....c'é qualquadra che non cosa...

    Poi riprendendo le parole di Cinnamonions, come per i grandi cuochi e i grandi maghi, la vera ricetta del successo non si rivela a nessuno...però noi abbiamo il concept della serie che ci dice davvero tanto sugli studi di mercato che ci sono stati dietro a Winx per poi arrivare al prodotto finale...
     
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198 replies since 7/3/2010, 23:14   8729 views
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